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5 Dicembre 2012

Povertà in Europa

L'umanità degli ultimi

In corso a Mosca un convegno cattolico-ortodosso

 
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In un tempo in cui "gli spazi per sognare sono diventati i grandi supermercati o il piccolo schermo del computer", in cui "si è tutti più spaesati e più soli", occorre "ripartire dall'amore". "È il messaggio proprio che i cristiani, sia d'Oriente che d'Occidente, sono chiamati ad offrire agli uomini e alle donne di oggi per edificare una società più giusta e più umana". Con queste parole mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, si è rivolto questa mattina ai partecipanti al convegno internazionale, dal titolo "La Chiesa e i poveri. Ortodossi e cattolici nel servizio della carità", organizzato oggi a Mosca dal Dipartimento sinodale per la carità e il servizio sociale del Patriarcato di Mosca e dalla Comunità di Sant'Egidio.

Il convegno s'iscrive nell'itinerario del trentennale rapporto di amicizia ecumenica e di cooperazione tra la Comunità di Sant'Egidio e la Chiesa ortodossa russa. Nei giorni scorsi, il 29 novembre, il ministro italiano per la Cooperazione, Andrea Riccardi, fondatore della Sant'Egidio, si è personalmente incontrato a Mosca con il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill. "Comune è la convinzione - scrivono i membri della Comunità di Sant'Egidio - che a fronte di una cultura contemporanea che favorisce l'emarginazione di coloro che sono deboli, sia sempre più necessario restituire centralità nel vissuto dei cristiani all'incontro con i poveri e alle loro domande, tanto più nel cotesto d'incertezza prodotto dalla complessità del mondo globalizzato". dal 03/12/2012 al 09/12/2012.

Solitudine e mancanza di amore. "L'uomo e la donne contemporanei - ha detto mons. Paglia - cercano di riempire i congelatori e gli armadi e con altrettanta facilità di svuotarli. Il denaro ha assunto un nuovo valore e un nuovo peso" e "spinge a credere che qualunque cosa ha un prezzo, confondendo così il prezzo con il valore". "Si è tutti più spaesati e soli" perché è diventato oggi sempre più "difficile trovare qualcosa o qualcuno che riscaldi il cuore e dia senso alla vita. E gli uomini e le donne, privati di amore, di protezione e di difesa, sono divenuti orfani". Per mancanza d'amore "si muore e si arriva anche a programmare la morte. L'uomo, quando è solo, sta sul baratro della morte". È questa "la sfida più alta per la Chiesa" e il messaggio che i cristiani in Europa possono e devono dare insieme. "Qui è tutta l'originalità dell'amore evangelico, ma soprattutto la sua forza irresistibile: l'amore è una risorsa indispensabile per questo nostro mondo".

II valore della solidarietà. Parole di forte denuncia sulla condizione delle popolazioni più deboli in Europa sono state pronunciate dal metropolita di Volokolamsk, llarion, presidente del Dipartimento relazioni esterne, numero due della Chiesa ortodossa russa. "Se osserviamo la situazione sociale che si è venuta a creare in Europa in seguito alla prolungata crisi economica - ha detto -, vediamo che gli strati più indifesi della popolazione sono costretti a sopportare il peso maggiore delle sue conseguenze, strati che dovrebbero, al contrario, beneficiare del sostegno delle classi più garantite, secondo il principio di solidarietà". La cosa che più scandalizza è che "un valore così alto come la solidarietà" viene da tutti declamato ma poi "nella realtà, la società europea contemporanea è guidata dai più bassi valori dell'interesse corporativo o individuale". Da qui un appello: "Perché la società europea esca dalla crisi è necessario restituire ai valori morali e religiosi il posto dovuto nella gerarchia dei valori sociali. Solo seguendo tale scala di valori, avente carattere non soggettivo e individualistico, ma oggettivo come 'rivelazione di Dio', anche la società e l'uomo da essa formato possono avere la prospettiva di uno sviluppo pieno e armonico".

Il presidio dei poveri. E tra i valori indicati al convegno, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio, ha proposto quello della gratuità, presentato come "sostanza del vero umanismo", come unica "risposta" alla dittatura del materialismo. La situazione attuale è contraddittoria: "S'invocano i valori ma non si crede possibile cambiare modello". Occorre, pertanto, "reagire". "In questo senso vivere il gratuito è un presidio di umanità in mezzo a un mondo travolto dal turbine, un presidio di pace in mezzo alla gente e tra le nazioni".

Ma c'è un altro presidio che può garantire giustizia ed equità sociale. E questo presidio è il povero. "Sembra un paradosso - ha detto Impagliazzo - ma non lo è". In un tempo "dove tutto si commercia e dove le logiche economìcistiche dominano la vita", l'incontro con i poveri 'libera tante energie di bene e soprattutto ci rende liberi dall'ossessione dì dover ricevere sempre qualcosa in cambio. Eliminare i poveri dalla vita, dalla società, segna un calo di speranza. Nella società l'eliminazione dei poveri causa imbarbarimento e fine della gratuità. Una società senza gratuità è senza umanità". Chi invece "mantiene un legame con i poveri, anche nei momenti confusi, non perde la strada dell'umanità. I poveri sono bussole sicure della cultura dell'umano". 


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