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10 Maggio 2013

Cittadinanza, Marazziti: «Niente scorciatoie, ma il nodo va sciolto e la nostra identità nazionale ne uscirà rafforzata»

Per il deputato di Scelta Civica, firmatario di una proposta di legge, è ora di affermare che «è italiano chi nasce qui e ha almeno un genitore immigrato regolare da 5 anni, o chi finisce un ciclo scolastico»

 
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Stia tranquillo, chi teme sbarchi di immigrate partorienti, disposte a tutto pur di accaparrarsi cittadinanze last minute per i figli. Preoccupazioni fuor di luogo, rassicura Mario Marazziti. «L'introduzione di uno ius soli temperato e dello ius culturae spiega - nasce proprio per evitare automatismi o scorciatoie. Dare la cittadinanza agli immigrati di seconda generazione - assicura il parlamentare - non significa ridurre l`identità nazionale o svenderla, piuttosto serve ad accrescerla. Al di là di un`esigenza di giustizia per chi è nato qui, conviene al Paese e alla sua sicurezza evitare che tanti giovani che si sentono - e vogliono essere - italiani si percepiscano di fatto rifiutati. Perché un`identità incerta può spingere a scelte antagoniste».


Deputato di "Scelta civica per l`Italia", Marazziti ha depositato un progetto di legge con la collega Milena Santerini, già sottoscritto anche dai colleghi del Pd Bobba, Realacci e Verini. Un testo che si propone di raccogliere adesioni anche dal Pdl e dal M5S. Ex portavoce di Sant`Egidio, Marazziti ha accettato di portare avanti questa «battaglia di umanizzazione», lanciata dalla Comunità fin dal 2004, stavolta come legislatore, dopo vari «no grazie» detti alla politica: a Veltroni, che lo voleva vicesindaco, al centrosinistra, che gli chiese due volte di candidarsi alla presidenza del Lazio.
Tema politico caldo, la cittadinanza. Le dichiarazioni del ministro per l`Integrazione Kyenge - ora precisate - hanno sollevato un vespaio. E un tema che va sottratto alla politica e affidato all`iniziativa del Parlamento. Il nostro progetto è stato depositato prima dell`intervento del ministro.11 tempo per affrontarlo è maturo, dopo 20 anni di ideologizzazione. È una realtà che già esiste e va regolata.


I "nuovi italiani" nelle nostre scuole...

Il 70% dei nostri connazionali si stupisce quando scopre che i compagni di scuola dei loro figli, nati da stranieri ma che parlano con l`accento dialettale e amano il calcio, non hanno la cittadinanza.
Qualcuno dice però: l`integrazione è nei fatti, dov`è quest`urgenza?
Siamo quasi alla terza generazione, senza avere ancora sciolto i nodi delle seconde. Oggi abbiamo 4,5 milioni di immigrati, oltre 4 sono
regolari, la metà ha il permesso di soggiorno da più di 5 anni. Sono una realtà stabile. I minori sono 993mila, 420mila dei quali nati
qui. Uno straniero su quattro è minorenne.
A scuola sono 1`8%. E' un problema non rinviabile: questi bambini nati in Italia spesso non sono mai stati nel Paese dei genitori né parlano la loro lingua, ma fino a 18 anni sono in un limbo. L`Italia ha interesse che questa identità si rafforzi alla radice. Di fatto sono italiani, formalmente non sono né stranieri né italiani. È la generazione «né-né» che sconta problemi pratici e discriminazioni: nelle gite scolastiche all`estero, perché fuori Schengen, o a 18 anni, quando devono chiedere di diventare italiani in un Paese che per 18 anni gli ha detto che non lo sono. Rischiamo una generazione di cittadini disaffezionati al "loro" Paese.

Con i rischi legati alla ricerca di identità alternative: gang etniche, organizzazioni fondamentaliste?

Identità arrabbiate, "contro", tipo banlieu . Già sono ragazzi che hanno maggiori difficoltà scolastiche, anche se con molte eccezioni. Oggi le cittadinanze concesse dopo 10 anni sono pochissime, nel 2010 solo 66mila. E servono almeno altri 3 anni per le pratiche. Una mia amica somala, Zeinab Dolal, laureata, ha impiegato 18 anni per averla. Esaminavano la pratica dopo un anno e mezzo e il certificato di residenza, che dura un anno, scadeva...

Quale procedura proponete?

Lo ius sanguinis va superato con uno ius soli temperato. Due i casi previsti: cittadinanza per chi nasce in Italia, con almeno uno dei genitori già regolarmente soggiornante in Italia da 5 anni. E cittadinanza concessa su richiesta del ragazzo, nato in Italia oppure entrato entro il quinto anno, quando ha 18 anni compiuti, se ha soggiornato regolarmente. Poi c`è lo ius culturae: cittadinanza su richiesta dei genitori per il figlio non nato in Italia, ma che ha concluso positivamente un ciclo di studi: elementari o medie o superiori. Per gli adulti, infine, passiamo dai 10 anni attuali a 5, come nella maggior parte dei paesi dell`Ue. È previsto anche il riacquisto della cittadinanza italiana per gli italiani all`estero in passato costretti a perderla. Cittadinanza, infine, anche per gli apolidi. Perché avere più italiani crea più coesione sociale e più sicurezza.


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