«I cristiani sanno che il messia è già venuto e che il mondo nuovo è già iniziato, tuttavia vivono ancora nell'attesa», per questo «i profeti restano ancora attuali e le loro visioni hanno ancora molto da dirci». Parola di monsignor Bruno Maggioni, biblista e direttore responsabile della «Rivista del Clero Italiano», il quale introduce così il lettore al tempo di Avvento (Ecco, io sono con voi... Meditazioni sulle letture dell'anno A, Padova, Edizioni Messaggero Padova, 2013, pagine 266, euro 19,50).
Con l'inizio del nuovo anno liturgico sono infatti numerose le opere che giungono in libreria e che intendono accompagnare i fedeli nell'ascolto e nella meditazione di quel nutrimento spirituale che Dio, nella sua Parola, dona al suo popolo. Tra queste, appunto, le riflessioni raccolte da monsignor Maggioni, che, domenica dopo domenica, sapientemente guida il fedele alla scoperta del volto di Cristo presentato quest'anno dall'evangelista Matteo. Un volto che si rivela come il compimento delle attese dell'antico Israele, un Dio sempre vicino, che cammina nella storia a fianco dell'uomo. «La liturgia ci aiuta a far nostre le attese dei profeti», afferma monsignor Maggioni, il quale ricorda come sia proprio questo «il motivo che ci autorizza a commentare la prima lettura (solitamente, ma a torto, trascurata), senza per questo dimenticare che il Vangelo deve in ogni caso restare un punto di riferimento.
Siamo infatti uomini del Nuovo Testamento, non dell'Antico, e non possiamo più leggere i passi anticotestamentari nell'identica prospettiva in cui furono scritti: dobbiamo rileggerli in prospettiva cristiana». Un altro aiuto a vivere con intensità il tempo scandito dall'anno liturgico arriva in questi giorni dall'arcivescovo presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, Vincenzo Paglia (La Parola di Dio ogni giorno 20. 14, Milano, Francesco Mondadori, 201.3, pagine 593, euro 20, «I libri di Sant'Egidio»). Si tratta di un volume, viene evidenziato, che si pone sulla scia dell'Anno della fede che Papa Francesco ha da poco concluso con una straordinaria esortazione a un nuovo slancio missionario della Chiesa a partire da una rinnovata predicazione del Vangelo. Del resto, osserva monsignor Paglia nella presentazione del volume, «la sfida della nuova evangelizzazione passa in gran parte proprio nell'omelia, ossia nel far scendere la Parola dentro il cuore perché possa germogliare una nuova storia».
È Papa Francesco a darne per primo l'esempio, con le omelie pronunciate alle messe mattutine di Santa Marta. Seguendo questa prospettiva i brevi commenti spirituali che vengono presentati nel volume «mentre ci aiutano a comprendere il senso del testo, vogliono far giungere quelle parole sante sino alle porte del cuore perché, accogliendole, ci commuovano e ci illuminino». Anche perché, «dobbiamo essere consapevoli che la preghiera è anzitutto ascolto, ascolto del Signore. Sì, prima di moltiplicare le nostre parole per rivolgerci al Signore, ascoltiamo anzitutto quello che Gesù stesso ci dice». Il volume - come è avvenuto anche nelle edizioni precedenti - scandisce dunque i giorni secondo l'anno liturgico della Chiesa latina. L'intero anno, quindi, è strutturato in maniera tale da fare ripercorrere il mistero di Gesù legato alle vicende della storia umana. «Attraverso l'anno liturgico, siamo presi come per mano al fine di crescere dentro il mistero stesso di Gesù. Ogni anno liturgico torna sempre uguale nei suoi ritmi. Ne abbiamo bisogno per continuare a immergerci nel mistero unico di Gesù sino ad esserne trasformati e poter dire con l'apostolo Paolo: "Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me". I giorni non tornano uguali perché noi diventiamo diversi, meno simili a noi stessi e più simili a Gesù».
Tuttavia, nel volume è anche presente una speciale sottolineatura propria della tradizione d'Oriente - fatta propria fin dai suoi inizi dalla Comunità di Sant'Egidio, di cui, come è noto, monsignor Paglia è tra i principali fondatori - che nei giorni che seguono la domenica esorta i credenti a incontrare il sacramento del fratello (i poveri, i deboli) dopo aver contemplato il sacramento dell'altare. Ecco perché il lunedì, riprendendo il cammino ordinario, il volto del Signore appare non più con i tratti del risorto, ma con quelli del povero, del debole, del malato, del sofferente. Il martedì la preghiera comune è accompagnata da Maria. Il mercoledì, seguendo l'esempio delle Comunità di Sant'Egidio sparse nel mondo che pregano le une per le altre, si prega per la Chiesa ovunque diffusa. Il giovedì si ricordano tutte le Chiese cristiane, quelle d'Oriente e quelle d'Occidente, perché cresca la comunione tra i credenti in Cristo e la comunicazione del Vangelo si estenda sino ai confini della terra. Il venerdì si fa memoria della croce del Signore. Il Sabato è il giorno della vigilia e dell'attesa della resurrezione del Signore. «Così si chiude la settimana - osserva monsignor Paglia - che non scorre più in modo casuale o caotico. La domenica raccoglie i giorni passati e li orienta verso la domenica eterna, giorno senza tramonto».
(fa. contessa)