L'incontro con la Comunità di Sant'Egidio, svoltosi venerdì 13 nella sala «Muccin » al Centro «Giovanni XXIII» per iniziativa della Commissione diocesana di Giustizia e pace avrebbe meritato certo un pubblico più numeroso rispetto ai pochi intervenuti. Tuttavia è parso una testimonianza viva di fede e di esperienza umana. Alessandra Coin, medico geriatra presidente della Comunità di Padova, ha parlato della storia e del carisma del movimento fondato da Andrea Riccardi nel 1968, soffermandosi sulla sua esperienza di medico in Africa, dove ha visto fiorire gruppi aderenti a Sant'Egidio animati da giovani, e sul servizio agli anziani, una «povertà» crescente negli ultimi anni anche nel nostro Nordest, a cui si tenta di rispondere non solo con l'assistenza, ma anche con progetti innovativi, quali le strutture di convivenza, che consentono ad alcuni anziani di mettersi insieme per superare la solitudine e far fronte più agevolmente alle spese di assistenza e domestiche. Anche l'impegno internazionale, forse l'aspetto più conosciuto dell'attività del movimento sul piano mediatico, è nato dal carisma dell'incontro e della vicinanza ai più deboli, che ha favórito provvidenziali contatti con quanti in Mozambico, si era alla fine degli anni Ottanta, erano in grado di operare per la pace tra le opposte fazioni armate.
Insomma, una storia di fede e di Provvidenza, di cui sono protagonisti i laici e al centro della quale è la preghiera. Su questo la Coin ha molto insistito: quando si nota qualcuno interessato a partecipare alla vita del movimento lo si invita a pregare, prima che a qualsiasi altra attività. C'è una stretta connessione fra questo cammino di preghiera quotidiana o settimanale i grandi incontri internazionali per il dialogo tra le religioni e le culture, come quello svoltosi a Roma solo due mesi fa. E stato lo stesso papa Giovanni Paolo II, ha raccontato Alessandra Coin, a incoraggiarli a proseguire sulla strada dello spirito di Assisi, che forse si sarebbe arenata, se non fosse stato per la caparbietà e il coraggio di Sant'Egidio. Oggi sono in molti a ritrovarsi in quei convegni non solo per pregare, ma anche per stringere rapporti di amicizia e di collaborazione al fine di lavorare insieme per un mondo migliore. Il convegno di Roma era intitolato «Il coraggio della speranza». Agli amici della Comunità di Sant'Egidio non manca, ci è parso, né il coraggio, né la speranza.
Francesco D'Alfonso