Com'è possibile che il cattolicesimo, dato per agonizzante un anno fa, sia oggi in piena primavera? I media parlano con favore del papa argentino. La gente sembra avere un nuovo interesse per la Chiesa. Com`è avvenuta questa rapida inversione di tendenza? Gli scettici (dentro e fuori dalla Chiesa) parlano di un fenomeno effimero e mediatico, qual un bluff. La crisi non può essere stata risolta in pochi mesi. In realtà il papato sembrava contagiato da una «malattia italiana»: l`incapacità di una classe dirigente a governare. Non è un caso che molti cardinali, al conclave, escludessero un candidato italiano e sottolineassero la responsabilità degli italiani nel cattivo governo vaticano.
Inoltre la Chiesa è apparsa segnata da una «malattia europea»: la decadenza che attanaglia il continente. Sono alcuni ingredienti decisivi della crisi.
Infatti i cardinali hanno scelto che il cattolicesimo latino-americano esprimesse la leadership della Chiesa. Forse non conoscevano a fondo il pensiero di Bergoglio (non accademico, ma profondo), però sono stati colpiti dalla sua trasparenza. E un vescovo di una Chiesa dalla vitalità popolare. Da Papa, ha stabilito fin dall`inizio una forte «alleanza» con il popolo, sempre folto in ogni sua comparsa. Sono sei milioni e seicentomila i partecipanti agli incontri vaticani con Francesco da marzo (è stato eletto il 13, ndr) a dicembre 2013, mentre per un periodo quasi uguale all`inizio del pontificato di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI se ne contavano meno della metà. Le parole e i gesti di Francesco suscitano simpatia. Non sono tanto simbolici (come per Paolo VI o Wojtyla), ma umani, come toccare un giovane gravemente malato e soprattutto incontrare la gente. Il Papa, nel primo anno, ha fatto solo un viaggio
internazionale in Brasile, mentre Giovanni Paolo II era stato in Messico, Repubblica Domenicana, Polonia, Irlanda e Stati Uniti.
Nel suo parlare alla gente, Francesco ha messo al centro il Vangelo con l`accentuazione della misericordia. I temi etici sono entrati in un cono d`ombra, non perché il Papa li ripudi, ma è convinto che l`eccessiva insistenza su questi aspetti non sia necessaria, anzi riduca la capacità di parlare al cuore. Ha poi dichiarato nell`intervista a Ferruccio de Bortoli (Corriere della sera del 5 marzo corso) che non ci sono valori negoziabili e altri nonnegoziabili. Per Francesco c`è un popolo largo da incontrare: bisogna creare ponti. E quel popolo misto che ha conosciuto a Buenos Aires, santo e peccatore, ma attraversato da una domanda di fede, non una minoranza di Per.
Nel volgere di qualche mese, il clima di declino della Chiesa è svanito: è rimata la fiducia nella Chiesa, come un`istituzione che ridà speranza.
Addirittura il Papa rivendica la pulizia fatta riguardo agli scandali della pedofilia nella Chiesa più di ogni altra istituzione. La simpatia attorno al Papa non è un gioco dei media, anche se quelli anglosassoni (ieri critici) hanno un`attenzione particolare per lui. Un importante giornalista americano ha detto: «È un nuovo Mandela». Per Time, che gli dedica la copertina, è l`uomo dell`anno: «una nuova voce della coscienza». C`è poi un successo di Bergoglio tra la gente semplice, che torna a rivolgersi alla Chiesa. Per il Censis, il Papa incarna la voglia di aiutare gli altri, tanto parlare di «papafrancescanesimo» come una corrente della società italiana. Il Papa ha reso orizzontale il contatto con la Chiesa, rivolgendosi al popolo. Non appare indulgente verso il clericalismo e le mancanze del ceto ecclesiastico.
Qualche episcopato ha espresso preoccupazione per questo modo di fare. Qualcuno ha parlato di «vezzo populista». In realtà, come si legge nell`Euangelii Gaudium, il suo documento programmatico, Francesco vuole una Chiesa missionaria: da giovane, voleva essere missionario in Giappone, ora guida il cattolicesimo in un movimento d`estroversione.
Ma una Chiesa, lanciata nelle periferie, non è bloccata dal centro? In un organismo dove non esiste lo spoil system come la Curia, Francesco ha però cambiato significativi dirigenti, a partire dalla nomina del nuovo Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin. Con questa nomina si trova alla testa della Segreteria di Stato un diplomatico che «dialoga e prega», secondo il modello del cardinale Casaroli (molto apprezzato da Bergoglio). Parolin è stato protagonista del dialogo con il Vietnam, mentre la Cina rappresenta il prossimo inevitabile appuntamento. Altre nomine marcano un nuovo orientamento: al dicastero del clero, a quello dei vescovi con un segretario brasiliano, alla Cei con un nuovo segretario. La consultazione del consiglio cardinalizio del G8 ha accompagnato il Papa nella riforma curiale. Un passo sorprendente è stato la creazione della segreteria (non segretariato) per l`economia: la guida delle
stratificate attività finanziarie e economiche. Una vera novità, da cui ci si aspetta un forte impatto.
Soprattutto il Papa ha rafforzato il sinodo dei vescovi, volendolo autonomo dalla Curia. Assiste alle riunioni della sua segreteria. Ha affidato al sinodo, in due tornate, il tema decisivo della famiglia. Un questionario su questi problemi è stato diffuso nel mondo cattolico. Papa Francesco non ha il culto del progetto che cala dal centro, ma coinvolge tutte le componenti nella ricerca.
Non mancano le opposizioni, talvolta sorde o sussurrate, anche forti: c`è chi ha criticato il silenzio sui «principi etici» o ha ricordato i limiti di ogni cambiamento anche per il Papa. Paolo VI ebbe opposizioni e contestazioni dopo il Vaticano II, ma si trattava dell`opinione cattolica impaziente e conciliare. Oggi l`opinione pubblica è con il Papa, ma le resistenze sono tra il clero e i vescovi (che talvolta si sentono criticati). Ma lui va avanti: «La Chiesa deve essere attrattiva. Svegliate il mondo» - ha detto ai religiosi.
Il Papa ha messo in movimento vari processi e confida nello Spirito. Tra questi, il più innovativo, è porre i poveri al centro della Chiesa (non le opere sociali): «è necessario un tempo di contatto reale con i poveri». Ed ha aggiunto: «Bisogna conoscere la realtà per esperienza, dedicare un tempo per andare in periferia per conoscere davvero la realtà e il vissuto della gente. Se questo non avviene, allora ecco che si corre il rischio di essere astratti ideologi e fondamentalisti, e questo non è sano». È l`addio ai cristiani ideologici. Con la sua autorità il Papa fa spazio al vissuto ecclesiale, specie delle periferie. Non è un decentramento politically correct, ma la realtà di una Chiesa che si ristruttura per vivere la missione nel mondo globale, convinta di avere un messaggio per gli uomini del XXI secolo.
Andrea Riccardi
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