AGI | 28 Marzo 2014 |
Filippine: accordo tra governo e separatisti con la mediazione di Sant'Egidio |
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ROMA - È un accordo storico che mette fine a un conflitto iniziato 40 anni fa e che ha causato circa 150mila vittime nel Mindanao, isola molto povera delle Filippine che si trova tra il nord dell'Indonesia e la Malaysia. A sottoscriverlo ieri a Manila sono stati il governo filippino e il movimento islamico separatista Moro Islamic Liberation Front (Milf). In base all'intesa, raggiunta anche grazie a un gruppo di contatto internazionale composto da 4 organizzazioni internazionali, tra cui la Comunità di Sant'Egidio, nasce la regione autonoma del Bangsamoro, che nella lingua locale significa «nazione dei Mori», nome dato ai musulmani dai colonialisti spagnoli. Con il riconoscimento di un'autonomia importante a questa regione a maggioranza musulmana, l'accordo dovrebbe porre fine alle ostilità. Entro il 2016 è prevista la nascita del Bangsamoro, con un parlamento di 50 membri. La nuova entità avrà anche un'autonomia fiscale, una polizia locale e la possibilità di sfruttare le ingenti risorse minerali presenti sul territorio. In cambio, il Milf dovrà gradualmente sciogliere le sue milizie (circa 12mila uomini) e avviare un processo di «power sharing» con il governo di Manila. «Si tratta di un accordo molto importante che ci soddisfa appieno», ha sottolineato questa mattina a Roma il presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo. «Noi - ha spiegato durante una conferenza stampa nella sede di Sant'Egidio - siamo stati coinvolti nella trattativa nel 2010 dall'associazione musulmana Muhammaddiyah. Abbiamo quindi partecipato ai colloqui informali, ospitati dalla Malaysia, con il gruppo di Contatto internazionale e siamo arrivati a questo importante risultato». Impagliazzo ha ricordato ai presenti come la comunità filippina «sia un esempio d'integrazione in Italia, un modello per molti». «Questo - ha aggiunto Valeria Martano, responsabile per l'Asia della Comunità di Sant'Egidio - è l'accordo più inclusivo che si potesse sperare».
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