MILANO - È ancora un improvvisato parco giochi per bambini, il mezzanino della Centrale. Ottanta ne sono passati solo ieri, di tutte le età, dai neonati in braccio ai genitori ai piccoletti di tre, quattro anni che si rincorrono sulle scale. E poi è anche panchina per anziani, questo slargo all`ingresso della stazione, mensa per gli uomini che fanno la fila per tutta la famiglia, centro di smistamento per le centinaia di profughi siriani che continuano ad arrivare a Milano.
A metà pomeriggio, se ne contano 250. Funzionarie del Comune e operatori delle associazioni, sulla scrivania che ormai è una postazione fissa, consultano le mappe e fanno i calcoli: quanti vanno via dalle strutture, quanti posti si liberano. «Questo gruppo con me, lo trasferiamo». Via. Ma il rischio a fine giornata è sempre che i conti non tornino. Dopo il falso allarme dell`altro ieri (trecento profughi da Taranto, mai arrivati) dalla Prefettura al Comune non sono giunte ulteriori indicazioni. Si naviga a vista. Quando, in serata, la stazione si svuota si grida al «miracolo».
L`assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, torna a chiamare il Viminale: con quali risposte? «Nessuna». E litiga col governatore Roberto Maroni: «Dice una cosa falsa quando afferma che la Regione non può fare i controlli sanitari sugli immigrati. Dovrebbe al contrario attivarli contribuendo a portare soccorso».
Deputati milanesi fanno, intanto, da tramite col responsabile dell`Interno, Angelino Alfano, per tentare una smossa. Risultati? Il ministro twitta: «Diremo ai rifugiati politici: "Andate dove volete". Un`Europa che li rifiuta muore nel cuore dei cittadini». Ma allora bisogna cambiare i regolamenti Ue: e non sembra una questione rapida.
Mentre Roma e Bruxelles trovano un`intesa, in Centrale ogni giorno è una roulette, e si valuta costantemente l`ipotesi di trasformare il mezzanino in dormitorio per i siriani. I rifugiati eritrei, invece, continuano a distribuirsi senza assistenza nei giardini lungo viale Vittorio Veneto, verso piazza Oberdan. Anche loro sono in transito da Milano verso il Nord Europa, in fuga da una dittatura, spaventati dai controlli, trattati come una questione di ordine pubblico. Se ne fa carico la Comunità di Sant`Egidio, che li accompagna ai dormitori per clochard. Tra loro ci sono anche molti adolescenti.
Alessandra Coppola
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