Per cominciare il Papa è di quelli che giustamente si scandalizzano se si fa il vuoto attorno ai bambini rom e ai rom in genere. E questo è un grande insegnamento perché non c'è integrazione se si è tenuti ai margini a vita senza poter neanche aspirare alla casa». Il portavoce della Comunità di Sant'Egidio Mario Marazziti,deputato di "Per l'Italia", non ha dubbi sull'interpretazione delle parole di Francesco: sugli zingari bisogna cambiare radicalmente politica. «Sono vent'anni» afferma «che spieghiamo ai romaniche i rom desiderano una casa,la chiedono, ma il massimo che si riesce a concepire sono campi attrezzati e spesso lasciati al degrado. L'integrazione che chiede il Papa è possibile, ma scuola e casa sono il minimo sindacale e ancora non ci siamo. Faccio un esempio concreto.
Noi da anni accompagniamo a scuola i bambini rom e favoriamo l'integrazione scolastica, li aiutiamo a studiare fuori dalla scuola, abbiamo un progetto di inserimento scolastico e professionale che è un progetto pilota europeo di grande successo perché ci sono migliori risultati e maggiore frequenza. Ma se a metà anno buttano giù le baracche e li spostano aventichilometri dalla scuola ogni volta si ricomincia da capo». E il lavoro? «Ci sono esperienze di successo» conclude Marazziti «per rom che finiscono le superiori e qualcuno, raro, va all'Università o al conservatorio. Il lavoro è un passaggio decisivo, ma non è che tutti fanno il riciclo dei rifiuti, bisogna costruire progetti di accompagnamento mirato al lavoro, sia in cooperative di scopo, giardinaggio o altri settori, oppure inserimenti individuali, ma occorre una mediazione per superare la diffidenza, perché quando dicono dove abitano non gli danno lavoro. E si tratta solo di 7 mila persone, per la metà bambini. Per loro vanno fatte stesse cose che si fanno per gli altri, come dare la casa popolare. Invece l'abbattimento della baracca non fa punteggio come lo sfratto».
Paolo Boccacci