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4 Agosto 2014

Le chance delle cure in Africa

La visita di Renzi al centro Dream in Mozambico segno di una possibile svolta nella cooperazione

 
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E' la prima volta che un Premier italiano si reca in visita in Mozambico, prima tappa di un significativo tour africano che ha toccato anche l`Angola e il Congo-Brazaville.

La recente storia del Mozambico si intreccia più volte con l`Italia: Paese indipendente dal 1975, ha sofferto 16 anni di guerra civile terminata nel 1992 con gli accordi di Roma, promossi dalla Comunità di Sant`Egidio. All`indomani degli accordi di pace il Paese era in ginocchio: i mercati erano vuoti, la gente moriva di fame, l`Aids, come in molti altri Paesi dell`Africa sub-sahariana, si diffondeva velocemente. Oggi il Mozambico è considerato uno dei Paesi emergenti dell`Africa, un Pil in crescita dell`8% all`anno e la scoperta di ingenti giacimenti di gas lo rendono un Paese in rapido sviluppo che attrae investimenti. Il Premier Renzi, durante il suo discorso al Presidente del Mozambico Guebuza, ripercorrendo la storia degli ultimi 25 anni e gli stretti legami che uniscono i nostri Paesi, ha posto l`accento su Dream, uno dei programmi di cooperazione sanitaria che, iniziato proprio da Maputo nel 2001, è oggi divenuto un modello di cura che si è diffuso in 10 Paesi africani. Il Premier, quasi a rafforzare le sue parole, si è quindi recato in visita ufficiale al "Centro Dream para a Crianqa" nel cuore di Maputo: ha incontrato i volontari italiani ed europei, molti pazienti in cura e una rappresentanza delle migliaia di bambini nati sani da madre Hiv positiva. Dream, acronimo di Drug Resource Enhancement against Aids and Malnutrition, programma ideato e realizzato dalla Comunità di Sant`Egidio, è uno dei fiori all`occhiello della Cooperazione internazionale. Iniziato quando in Africa la terapia contro l`Aids era disponibile solo a prezzi proibitivi e in rare cliniche private, ha avuto il coraggio di proporre per primo protocolli diagnostici e terapeutici a quei tempi impensabili e che oggi sono parte delle linee guida dell`Organizzazione mondiale della sanità per la lotta all`Hiv in Africa.

Oggi il programma assiste 250.000 pazienti in 42 centri sanitari di 10 Paesi dell`Africa sub-sahariana, ha garantito la nascita di 25.500 bambini nati sani da madri Hiv positive, ha realizzato 20 laboratori di biologia molecolare e ha creato un servizio di telemonitoraggio attivo con la telemedicina da fare invidia a molte realtà sanitarie italiane.

Uno dei segreti di tale successo è nell`aver investito sin dall`inizio sull`uso delle tecnologie. Nel 2002 nasce un software gestionale che diventerà in pochi anni uno strumento indispensabile per il funzionamento di ogni centro Dream: storia clinica dei pazienti, ricetta elettronica, gestione della farmacia, organizzazione degli appuntamenti per nuclei familiari, prescrizione elettronica degli esami di laboratorio da effettuare e ricezione delle risposte direttamente in cartella clinica, sono una realtà da oltre 10 anni. Unica differenza è che 10 anni fa i dati viaggiavano su pendriver, oggi via internet. Ai pazienti vengono consegnati solo dei cartoncini per ricordarsi dei prossimi appuntamenti e uno schema iconografico che rammenta gli orari e i farmaci da assumere. In caso di trasferimento di un paziente in un altro centro Dream l`invio della cartella con tutta la sua storia clinica avviene on line. Una sorta di Fascicolo sanitario elettronico che in alcune città e villaggi africani è già in uso. Ma lo sappiamo bene: dietro ogni pc c`è sempre una persona e lo sforzo di formazione del personale locale è stato qualcosa su cui si è investito a piene mani, insieme a una forte governace e sinergia tra i tanti volontari che operano in terre africane. Il segreto è stato quello di avere investito non solo nel breve periodo, ma anche a medio e lungo termine e i risultati non si sono fatti attendere.

Da circa un anno, da una costola di Dream è nata Global Health Telemedicine, una onlus che garantisce un servizio di teleconsulto pluri-specialistico a cui risponde gratuitamente una trentina di medici italiani che offrono una "second opinion" refertando esami strumentali come elettrocardiogrammi, radiografie, ecografie e dando indicazioni diagnostiche e terapeutiche certe. È un nuovo modo di fare cooperazione ad alto impatto e a costi contenuti. In pochi mesi sono stati effettuati quasi 1.200 teleconsulti. Il software utilizzato in Africa per i teleconsulti è il frutto di oltre 12 anni di esperienza nel campo della telemedicina e forse anche per questo alcuni ospedali italiani hanno espresso interesse all`uso di tale applicativo anche per realtà italiane.

Il premier nel visitare il centro Dream di Maputo ha apprezzato molto l`uso di tecnologie di ultima generazione utilizzate nel laboratorio dove la Carica Virale viene effettuata di routine. La cooperazione crea sviluppo e tutti i centri Dream sono gestiti esclusivamente da personale locale e il lavoro dei tanti professionisti italiani è oggi principalmente quello di formazione e supervisione. In questi anni sono stati realizzati 26 corsi di formazione a cui hanno partecipato più di 5.000 professionisti africani.

La visita del premier in Africa, oltre alla firma di importanti accordi economici con i Paesi visitati, ha il merito di far parlare dell`Africa in modo nuovo; non solo come la terra della miseria e dell`emigrazione ma di una terra che può offrire una chance anche al nostro vecchio continente. Matteo Renzi ha compiuto un viaggio non solo politico ed economico ma anche culturale: l`Africa può diventare terra di opportunità e sviluppo anche per l`Europa e l`Italia. Una visione che fatica ad affermarsi, talvolta anche tra i mass media. L`unica domanda dei giornalisti alla prima conferenza stampa che Renzi ha tenuto in Africa riguardava la nostra stanca e impantanata politica interna.

La cooperazione, anche quella sanitaria, non ha solo un valore umanitario ma crea cultura, sviluppo e benessere. Non solo a chi la riceve ma anche a chi la fa.


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