| 12 Ottobre 2014 |
Rione Ferrovia (Benevento), nasce la prima "Scuola della Pace" |
Il "preside" e sei "docenti" della Comunità di Sant'Egidio puntano sul modello solidale. Antirazzismo e bene comune alcune delle materie |
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È una bella scommessa fare pace. Non ci si riesce neanche dopo una disputa di tipo sportivo, figurarsi per le liti e i conflitti più complicati. Ma la pace si fa prima e non dopo, solo così può diventare una delle poche opportunità che ha l'uomo per risistemare le caselle della vita. E ridare ordine ai propri desideri. Serve dunque una vera scuola di pace. Per tutti. Intanto si comincia dai bambini.
Ci prova in città la Comunità di Sant'Egidio che ha avviato, con una task force di sei «docenti», corsi del tutto speciali. La scuola della pace è aperta in via Cosimo Nuzzolo al rione Ferrovia di Benevento. Iscritti di diritto i bambini delle Elementari e quelli delle Medie. Nell'iniziativa è coinvolto l'intero quartiere, ma l'orizzonte appare molto più ampio.
La ricetta prevede piccole dosi di simpatia per condire una pietanza fatta di accoglienza e disponibilità, di crescita comune. L'obiettivo della scuola è la pace come prevenzione. Evitare insomma che la si debba cercare solo dopo le guerre. La prima riconciliazione che questo modello di scuola prevede è quella tra le famiglie e il territorio. «Adottiamo di fatto bambini e genitori - dice il "preside" Giuseppe Dardo -. Aiutiamo cioè la famiglia nel suo compito, proponendo un modello educativo aperto agli altri, solidale verso i più sfortunati, capace di superare barriere e discriminazioni. Molti dei bambini che incontriamo sono definiti a rischio, e i rischi possono essere diversi, dalla devianza alla emarginazione sociale, dall'insuccesso alla dispersione scolastica, dall'analfabetismo al lavoro precoce, dall'allontanamento all'abbandono della famiglia».
L'appuntamento per i piccoli scolari è al sabato pomeriggio. Imparano a giocare e crescere insieme, a declinare le prime sillabe di pace, contro ogni forma di razzismo e valorizzando le differenze per il bene comune. Con i sei docenti-operatori della Comunità di Sant'Egidio collaborano anche volontari del Centro di solidarietà «Vivere dentro». Nel primo giorno di scuola (già decine gli alunni) si è aperto subito il «libro» del rispetto reciproco. Più fiducia negli adulti e più disponibilità nei confronti dei più piccoli. Doppio binario su cui al rione Ferrovia, e poi in tutta la città, potrebbe viaggiare il convoglio delle buone intenzioni alla conquista di un traguardo significativo: colmare un vuoto educativo in cui trovano spazio le incursioni dei troppi docenti del nulla. Che fanno danni negli adolescenti ma sempre più spesso anche nei più piccoli.
Nico De Vincentis
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