Metropolis | 8 Novembre 2014 |
Terrorismo |
La crudeltà dei jjhadisti, senza limiti |
Dalle torture ai matrimoni forzati fino alla vendita degli schiavi |
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Dalle torture ai matrimoni forzati, fino alla vendita degli schiavi, dalle decapitazioni, alle crocifissioni. La crudeltà dei jihadisti dell'isis, che affermano di applicare rigidamente la sharia, non conosce limiti. Una ferocia che non risparmia neanche i bambini venduti come schiavi al prezzo di 140 euro e che rappresentano la «merce di maggiore valore» per ì miliziani dello Stato islamico. A denunciarlo è Mario Marazziti, presidente del Comitato Diritti Umani della Camera dei Deputati, rientrato da poco da Erbil, nel Kurdistan iracheno, con una delegazione della commissione Esteri del Parlamento presieduta da Fabrizio Cicchitto con i deputati Maria Grazia Carrozza (Pd) e Maria Edera Spadoni (Movimento 5 stelle). Durante la visita, Marazziti ha ottenuto da «fonte attendibile» un documento con le norme e i tariffari ufficiali per la compravendita dei prigionieri schiavi per finanziare il Califfato. La pena, qualora le tariffe non vengano rispettate, è capitale. «Considerato che il tasso di cambio per un euro è di 1443 Dinari iracheni un bambino o una bambina da 1 a 9 anni costa circa 140 euro, un pò meno di 200 dollari. È la merce di maggiore valore. Sia yazidi che cristiani». Altro discorso invece per le donne oltre i 40 anni considerate la «merce» di minore valore: sotto i 50 euro. Sotto ai cento euro invece le donne cristiane o yazide tra i 20 e i 30 anni e tra i 30 e 40 anni. «E una mostruosità che fa parte del genocidio e che accade mentre parliamo», ha proseguito Marazziti. Per i profughi siriani e iracheni in fuga dal Califfato «occorre un piano umanitario straordinario, come parte dell'impegno militare e politico internazionale», ha poi chiesto il presidente del Comitato Diritti Umani della Camera. «La guerra in corso, che coinvolge Siria e Iraq ha creato nel Kurdistan iracheno un'emergenza umanitaria di dimensioni gigantesche. Più di un milione di profughi. Come se in Italia negli ultimi due mesi fossero arrivati 12 milioni di profughi e sfollati». «Se non si aiutano gli sfollati ad affittare case, a liberare le scuole dove sono accampati, nessuno vorrà restare più in Iraq e scompariranno comunità millenarie - ha concluso -. Sparirà una presenza cristiana già provata dal dopo Saddam e dai tanti errori del governo settario iracheno sostenuto dalla coalizione mondiale fino a poco tempo fa. È quello che vorrebbe il Califfato».
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