«Sono venuto in Italia nel settembre del 2012, quando mancavano tre giorni all'inizio della scuola. Ho iniziato a frequentare l'istituto tecnico Omar. All'inizio non mi trovavo bene perché i miei compagni mi prendevano in giro perché non sapevo parlare italiano. Non conoscevo il significato delle parole e loro mi insegnavano frasi sbagliate o modi sbagliati di parlare con i professori. Questo succedeva all'inizio, poi tutto è andato meglio. Ho deciso però che era meglio cambiare scuola. Mi sono iscritto a una scuola professionale, da cui sono uscito con la media più alta della classe».
A parlare è Alexandru, in Italia dalla Romania, che, domenica pomeriggio, al Pala Dal Lago, alla festa per i 30 anni della scuola di italiano della Comunità di S.Egidio (25 a Novara), ha portato la sua testimonianza. «Ho imparato la lingua italiana - ha proseguito Alexandru - alla Comunità di S. Egidio. Ho anche superato l'esame dell'Università per stranieri di Perugia, che ho potuto sostenere qui a Novara grazie a una convenzione con la nostra scuola. Qui mi sono trovato molto bene, meglio che a scuola. Nessuno prendeva in giro nessuno: eravamo e siamo tutti come una famiglia. Non importa se uno viene dall'America, un altro dalla Russia o dalla Polonia: siamo tutti uguali. Mi sono impegnato e ora sto facendo un tirocinio».
Molte le storie raccontate a testimonianza dell'importanza della scuola di S. Egidio. Ad accogliere gli interventi, un palco allestito sul parquet del palazzetto dello sport, dove si è esibito anche un gruppo di musicisti boliviani.Tra i tanti testimoni, Bouchra, «giunta in Italia nel 2007 per cercare un futuro migliore, come tanti di noi. Ero sola e ho trovato aiuto con la scuola di S. Egidio», ma anche Deepak Babu, indiano, in Italia da 2 anni, Osman di 17 anni, somalo, arrivato nel nostro Paese da solo, con la speranza di aiutare tutta la sua famiglia, rimasta in Somalia. E ancora Asmaa e Augustino.
Una grande festa che ha visto la presenza della responsabile della Comunità di S. Egidio, Daniela Sironi, di Pier Giacomo Baroni, responsabile della scuola e di tutti gli insegnanti, come di tutte le famiglie degli allievi. Tra le autorità presenti, il presidente del Csv, Daniele Giaime, gli assessori regionali Augusto Ferrari e Monica Cerutti, le assessore comunali Paola Turchelli e Margherita Patti, la consigliera provinciale Milù Allegra e il prefetto Francesco Paolo Castaldo. Presente anche Daniela Pompei, responsabile del servizio ai nuovi cittadini europei della Comunità di S.Egidio. A tutti loro, il compito di consegnare i diplomi agli studenti.
A Novara la scuola è iniziata nel 1989 con un piccolo gruppo di immigrati senegalesi. Una realtà che, in questi anni, ha formato oltre 6.500 immigrati, appartenenti a 105 nazionalità diverse, sotto lo slogan "l'Italiano per amico". Nell'anno scolastico 2013/2014 la scuola ha coinvolto complessivamente in Piemonte oltre 900 studenti, suddivisi tra Torino, Novara, Arona e Borgomanero, per un totale di 26 corsi.
Tra gli studenti il 54% sono donne, il 46 uomini. Il più giovane studente ha 14 anni, la più anziana 69. La percentuale maggiore ha un'età tra i 20 e i 24 anni (il 17,7%). Il 14% di loro è presente in Italia da un anno o poco meno, il 30% da 1 a 3 anni e il 44% da più di tre anni.
Monica Curino
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