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1 Febbraio 2015

L'intervista a Bernardo Mattarella

«Mio padre? Un uomo allegro con la passione per i cannoli»

 
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E se non fosse l'uomo freddo e grigio che appare da sempre? E se dietro il gelo che traspare, se quella postura che fa tornare in mente la camminata muta di Enrico Cuccia, testa bassa e mani dietro i fianchi, sotto i portici di Piazza Meda a Milano, ci fosse un altro Mattarella?
Bernardo è il primogenito del presidente, capo dell'Ufficio legislativo del Dipartimento Funzione pubblica. Stesso nome del nonno, che fu più volte ministro. Mattarella jr conferma il sospetto che la rappresentazione data finora potrebbe non corrispondere. E se non fosse, è comunque bello pensarlo.
Il presidente passa per essere persona molto composta, serissima. Anche troppo, forse.
«Mio padre è sempre stata una persona allegra, ironica e molto presente nonostante i suoi tanti impegni. E ora per i suoi nipoti è un nonno premuroso e affabile. Noi siamo molto uniti, siamo cresciuti tutti insieme sin da quando eravamo piccoli nella nostra casa di Palermo».
Avete aspettato i risultati dello spoglio tutti insieme?
«Eravamo a casa di mia sorella Laura, figli, amici, zii, cugini e nipoti intorno alla tv. C'era anche il più piccolo dei nipoti, Lauro, che ha soli 2 anni ed era molto felice. Quando è partito l'applauso dell'Assemblea ci siamo emozionati. Il primo pensiero è andato a mia madre Marisa, morta tre anni fa che non ha potuto vivere questo momento insieme a noi
».
Come ha reagito suo padre?
«Era molto commosso, ma già sembrava indaffarato, al lavoro, consapevole della grande responsabilità che gli è stata affidata. In questi ultimi anni siamo stati molto vicini. La morte di mia madre è stata una colpo molto duro anche se lui ha retto bene. I nostri genitori erano una coppia affiatatissima. Prima mio padre aveva preso un piccolo appartamento in affitto, poi ha preferito stabilirsi nella foresteria, un appartamento della Consulta. La domenica quando resta a Roma e non va a Palermo, dove ha molti amici, la passiamo insieme. Il Natale lo abbiamo festeggiato in famiglia, ai nipotini ha regalato videogames, li avevano chiesti loro, e libri».
Il legame con la Sicilia è rimasto molto forte.
«A Palermo siamo cresciuti nella nostra casa di in via della Libertà. Mio padre e mio zio Piersanti ucciso dalla mafia hanno sposato due sorelle, (Irma e Marisa, ndr). Siamo molto legati ai cugini, un'unica famiglia, cresciuti con il problema della sicurezza. La scorta per noi è stata una costante».
Celare gli aspetti più intimi è un tratto comune a molti ex democristiani.
«Mi creda: mio padre è una persona allegra. Gli piace stare in famiglia, ama leggere. L'ultimo libro che ho visto sul suo comodino è un saggio sul Papa di Andrea Riccardi. Ama la cucina, i dolci, i cannoli in particolare».
E per un attimo, ma solo per un attimo, viene in mente Cossiga che li ordinava espressamente allo chef della Casina Valadier. Altri tempi. Altri cannoli. 


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