il Cittadino | 19 Marzo 2015 |
Il Cardinale ha presieduto la S. Messa per il 47° anniversario |
Comunità di S. Egidio "dono per la Chiesa" |
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«Dobbiamo dire grazie ai poveri». Il cardinale Angelo Bagnasco ha celebrato mercoledì scorso - nella basilica dell'Annunziata - la liturgia eucaristica per il quarantasettesimo anniversario della Comunità di Sant'Egidio ed ha espresso con parole affettuose il ringraziamento per la nascita di Sant'Egidio "dono per la Chiesa", ma anche per l'opportunità di avere accanto persone più fragili: «perché - ha continuato il Cardinale - chi ci mostra il suo bisogno ci costringe amabilmente ad uscire da noi stessi e ci salva dal nostro individualismo».
La basilica, dove da anni si tiene la preghiera serale della Comunità era colma di persone. Il "popolo di Sant'Egidio" era composto da giovani e anziani, immigrati e senza dimora, bambini, disabili accanto alle autorità e ai sacerdoti di diverse parti della Diocesi raccolti a concelebrare. A nome dei membri genovesi della Comunità, Andrea Chiappori ha ricordato alcune persone mancate in questi mesi: l'anziana Vittoria Assereto, il senza fissa dimora Lorenzo Quagliato e Francesco Guido, membro della Comunità morto nello scorso dicembre. «Spesso - ha detto - noi siamo bloccati da una vita vissuta solo per noi stessi, ma l'amicizia con chi è fragile, in questi anni ci ha mostrato che la felicità non esiste senza generosità».
La Comunità di Sant'Egidio, nata a Roma nel febbraio del 1968, raccoglie oggi oltre 60 mila membri, tutti volontari, in 73 paesi del mondo. A Genova sono circa mille: da ragazzi molto giovani ad attivissimi pensionati. Tutte le sere si ritrovano a pregare nella basilica dell'Annunziata e in decine di altre chiese in tutta la città. Incontrano gli anziani degli istituti, i bambini delle periferie, le persone che vivono per strada, disabili, carcerati. L'anno appena trascorso è stato ricco di iniziative ed eventi importanti, anche nella nostra città: oltre alla crescita del sostegno quotidiano a tante persone in difficoltà (per contrastare la povertà crescente), iniziative di solidarietà locali (seimila ospiti al pranzo di Natale genovese) e internazionali, il coinvolgimento di centinaia di giovani (per esempio nella manifestazione "Il Rigiocattolo" o nelle attività delle "Scuole della Pace"), manifestazioni contro la pena di morte e per il ricordo della Shoah (il 3 novembre, insieme alla Comunità ebraica, la Marcia per la memoria della deportazione degli ebrei genovesi).
Costante, in quest'anno è stata la crescita di un impegno capillare di Sant'Egidio nei quartieri genovesi, soprattutto in periferia, e il lavoro per favorire la costruzione di una cultura della pace e della solidarietà: numerosi gli incontri, le conferenze, le presentazioni di libri con ospiti e testimoni di caratura internazionale. All'uscita della messa sono tanti i giovani che sorridono, tenendo per mano i bambini figli di immigrati e le loro famiglie, anche musulmane, venute a far festa insieme a Sant'Egidio: «è proprio vero - sorride una ragazza molto giovane, mentre chiacchiera con una donna velata- dobbiamo dire grazie ai poveri».
Sergio Casali
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