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27 Giugno 2015

Le associazioni bocciano Bruxelles

Per Forti (Caritas) «si continua a ragionare con logiche nazionali». Sant'Egidio: «Il risultato è un compromesso al ribasso». Duro il Centro Astalli: cifre ridicole

 
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Una montagna che ha partorito un topolino, un compromesso al ribasso, un tradimento dei valori fondativi dell'Europa. L'associazionismo impegnato sul fronte migratorio esprime delusione e amarezza sulle decisioni del vertice.
Lo dice con chiarezza Oliviero Forti, che della Commissione migrazioni di Caritas Europa è responsabile. «Era prevedibile - dice - per come nelle ultime settimane i paesi si erano espressi sulla lodevole proposta Mogherini, a cominciare dalla chiusura di Cameron». E allora «a sorprendere non è il risultato, ma come l'Europa non riesca a dimostrarsi compatta su questioni così strategiche e importanti. Mentre continua a ragionare con un approccio nazionale, non europeo». Il danno, dice il responsabile Caritas, «non è solo per chi arriva, ma per la stessa Unione: è un colpo al progetto europeo, crepe che si aprono in una "casa comune" che ormai traballa». Tanti i segnali negativi: «Il caso di Ventimiglia, la minaccia del muro in Ungheria. L'unico aspetto su cui c'è accordo è quello securitario: bombardare i barconi». Oliviero Forti si dice «stupito che i più intransigenti siano quei Paesi dell'Europa orientale che hanno beneficiato dell'ingresso in Europa: hanno dimenticato che la Convenzione di Ginevra era nata per proteggere i suoi cittadini in fuga dal comunismo».
Per la Comunità di Sant'Egidio «il vertice ha rivelato il volto di un'Europa condizionata da egoismi e paure ingiustificate. Il risultato è un compromesso al ribasso per la redistribuzione di un numero limitatissimo di richiedenti asilo». I 40mila da distribuire tra 28 Paesi, tra gli arrivati in Italia e Grecia, e i 20mila da ricollocare dai campi profughi in Medio oriente sono una goccia nel mare: «Il Libano ne ospita un milione e mezzo su 4 milioni e mezzo di abitanti, la Giordania 800mila su 7 milioni». Così non va: «L'Europa è nata su ideali diversi, che parlano di difesa dei diritti e di accoglienza: non si possono rimettere in discussione principi sanciti da tutti i trattati alla base dell'Ue». Sant'Egidio rilancia le sue proposte all'Ue: sponsorship di associazioni, Chiese, privati a garanzia del viaggio e dell'accoglienza; desk umanitari in Marocco o Libano; modifica degli accordi di Dublino; visti e permessi umanitari ai sensi della legge sull'immigrazione italiana e del regolamento europeo; incremento della cooperazione.
Per il Centro Astalli, sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati-JRS, «si continua a ragionare su numeri ridicoli: il Libano è grande come metà Lombardia e accoglie un milione e mezzo di siriani. Solo per questi profughi l'Acnur aveva chiesto un reinsediamento di 130mila persone». E Dublino «non solo non è superato, ma tutto lascia intendere che verrà applicato con maggiore rigidità: nel 2014 più di 100mila persone sbarcate sulle nostre coste hanno scelto di non chiedere asilo da noi, quest'anno l'Italia si troverà a far fronte al doppio di domande».
Secondo Medici senza frontiere «politiche di contenimento, muri e misure deterrenti non sono la risposta a questa crisi umanitaria globale». Per il presidente Loris De Filippi «continueranno a spingere persone disperate in viaggi lunghi e pericolosi nelle mani dei trafficanti. Finché non verranno offerte alternative legali e sicure alle traversate di mare e deserto, la sofferenza di migliaia di persone non si fermerà».


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