| 28 Agosto 2015 |
A lezione di convivenza in Sicilia |
Campo dedicato all'accoglienza per tre ragazzi del movimento Giovani per la pace |
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Una vera e propria "tre giorni senza frontiere", all'insegna della convivenza e dell'accoglienza. L'hanno vissuta a Catania tre ragazzi del movimento "Giovani per la pace" della Comunità di Sant'Egidio, rientrati da poco a casa, con un ricco bagaglio di emozioni e storie da raccontare.
«Abbiamo partecipato con i giovani per la pace di Catania, e Sicilia tutta, Padova, Treviso, Roma a dei giorni di giochi, competizione, ma soprattutto integrazione ed amicizia - spiegano Anna Alberti, Anna Giulianini e Mattia Donati -. Tre giomi senza frontiere lo sono stati di nome e di fatto: senza le frontiere della paura, della lingua, del colore della pelle. E stato bellissimo perché abbiamo potuto conoscere tanti ragazzi, vedere dove vivono, capire che sono felici anche se sono meno fortunati di noi. Questi giovani non sono assistiti dalla Comunità di Sant'Egidio ma ne fanno veramente parte: come in una famiglia, oltre ad essere aiutati, aiutano con noi i più poveri. Realmente si confonde chi serve e chi è servito, come in un abbraccio i confini tra le persone si sfumano. Questa settimana ci ha fatto sperimentare che siamo del tutto uguali: ognuno ad esempio ha dei sogni, ama giocare e scherzare».
Un'esperienza che ha fatto conoscere ai tre giovani triestini il dramma dei tanti migranti scappati dalle guerre e approdati sulle cose siciliane. «Conoscere le storie di questi ragazzi ci fa anche capire che nulla è scontato e dovuto e che è bene apprezzare quanto abbiamo. La sorpresa più grande - concludono - è che pur avendo passato tante sofferenze i nuovi europei nostri amici hanno una forza d'animo ed una voglia di vivere che hanno contagiato anche noi».
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