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Roma

9 Settembre 2015

L'intervista. Antonio Mattone, responsabile campano della Comunità di Sant'Egidio

«Molte famiglie ci chiedono di ospitare qualche profugo»

 
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Antonio Mattone, responsabile campano della Comunità di Sant`Egidio, risponde da Tirana, Albania, dove sta partecipando a un meeting interreligioso organizzato dalla stessaSant`Egidio proprio sui temi dell`accoglienza e integrazione dei profughi e richiedenti asilo. Incontro al quale, tra gli altri, ha partecipato il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe.
La contattavamo per una sua opinione sulla decisione del cardinale Sepe di convocare per venerdì prossimo un incontro con i vescovi campani per tradurre in pratica le parole di Papa Bergoglio sullo sforzo supplementare da fare per garantire accoglienza e solidarietà ai profughi anche nella nostra regione...
«Senz'ombra di dubbio è un bel segnale che va ad intercettare quello che è un bel fermento».
In che senso?
«Nel senso che anche noi, come altri, stiamo ricevendo numerose richieste da parte di famiglie che chiedono informazioni su come poter, con spirito cristiano, ospitare un profugo o richiedente asilo».
E l'iniziativa del cardinale Sepe può essere utile per favorire un approdo dei migranti in nuclei familiari sul territorio?
«Lo sarà senz'altro, perché il modo in cui praticamente potrà realizzarsi questa volontà d'accoglienza manifestata da molti cattolici che alla paura rispondono con la solidarietà è tutto da vedere. Ci troviamo di fronte a fenomeni difficili da gestire perché complessi e che vanno oltre i nostri confini; perciò è una situazione da organizzare e ben venga, in tal senso, l'incontro fissato dalla Curia di Napoli per venerdì».
Pensate di trasferire in famiglie di parrocchiani alcuni dei profughi attualmente ospitati in Campania in vostre strutture?
«Vorrei precisare che noi non gestiamo strutture nostre, ma che il nostro compito si limita nell'assistere i migranti che sbarcano nella nostra regione per poi indirizzarli verso scuole d'italiano».
Non crede che un'espansione della presenza di stranieri, in un territorio socialmente difficile quale quello campano, possa essere fonte di tensione ulteriore tra la popolazione locale e i migranti?
«Non penso che ci possa essere chi voglia protestare contro le parole di profonda umanità espresse dal Papa».
Ne è proprio sicuro?
«Guardi, si tratta di liberarci e non lasciarci intimidire dall'artificiale cappa d'egoismo sociale voluta da chi sicuramente ha interesse a speculare su un fenomeno che, lo ripeto, nella sua portata è eccezionale e unico; e, poi, basta capirsi».
Cioè?
«Voglio semplicemente dire che basta spiegare bene le cose che, poi, la gente, anche in Campania, darà risposte conformi allo spirito cristiano al pari di quelle, bellissime, che stanno arrivando e stiamo ammirando da paesi come la Germania e l'Austria per quello che stanno facendo per queste persone. Ribadisco che le famiglie in attesa sono davvero molte».


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