| 2 Dicembre 2015 |
Anniversari. Domani, 72 anni fa, gli ebrei padovani firono prelevati e confinati nel campo di concentramento di Vo |
Una marcia silenziosa in memoria dei deportati |
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«Non c'è futuro senza memoria» diceva Primo Levi. Condividere la memoria aiuta a rimarginare le ferite del passato e permette di guardare con fiducia alle sfide del presente e del futuro. «Per ricordare uno dei momenti più drammatici della storia della città: il prelevamento, il 3 dicembre 1943, degli ebrei di Padova, in esecuzione dell'ordinanza n. 5 della Repubblica sociale italiana, e l'apertura del Campo di concentramento di Vò Euganeo, dal quale il 17 luglio del 1944, i 47 internati furono deportati ad Auschwitz, la Comunità di Sant'Egidio - ha spiegato la presidente Alessandra Coin - e la Comunità Ebraica di Padova invitano la cittadinanza a partecipare, domani, ad una marcia silenziosa, che parla di accoglienza, di vita, di pace».
La marcia, cui parteciperanno studenti delle scuole e dell'università, partirà alle 18 da Palazzo Moroni e si snoderà nelle vie del centro, attraverso il ghetto. Porteranno il loro saluto la presidente del Consiglio Comunale Federica Pietrogrande, a nome del sindaco, e il rettore dell'Ateneo Rosario Rizzuto.
«La memoria della deportazione degli ebrei padovani assume quest'anno - ha osservato il presidente della Cominità Ebraica Davide Romanin Jacur - un particolare significato, a 70 anni dalla liberazione dei campi di sterminio. Alla conclusione della marcia si potrà visitare il Museo ebraico, dedicato alla città di Padova, città solidale». E ha ricordato l'organizzazione dei viaggi, in corriera, «che diventa un'aula viaggiante», per far visitare agli studenti i campi di sterminio. «Perchè bisogna fare non solo memoria, ma anche cultura». Che aiuta a superare le differenze.
Maria Pia Codato
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