Aleppo. Un'altra strage di bambini nella città martire

Il dramma siriano. L'annuncio del portavoce del Comitato internazionale della Croce Rossa, Pawel Krzysiek. Il centro, vicino al confine con il Libano, è da mesi «sigillato» dagli uomini di Hezbollah e dalle forze del regime di Damasco. Raggiunti anche i villaggi sciiti di Foua e Kefraya. Aleppo è ormai in macerie.

Almeno 12 bambini e tre adulti, fra cui un insegnante, sono morti in un raid dell'aviazione russa che ha colpito una scuola di una località ribelle nei pressi di Aleppo, nella Siria settentrionale. A denunciarlo è stato l'Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh), Ong vicina all'opposizione con sede a Londra. «Dodici studenti, la loro insegnante e altri due adulti sono stati uccisi mentre 20 persone sono rimaste ferite in un raid degli aerei russi su Anjara, località dell'Ovest della provincia di Aleppo», ha riferito.
Poco dopo, un attivista ha diffuso varie foto sui Social Network in cui si vedono zaini colorati coperti di polvere vicino a una pozza di sangue. Le immagini - come sempre accade nel conflitto siriano - non possono essere verificate in modo indipendente. Un fatto comunque è certo. Aleppo è lacerata dai combattimenti fin dal 19 luglio 2012, quando - oltre un anno dopo dall'inizio della guerra civile - è cominciata la furiosa battaglia tra esercito e gruppi ribelli. La guerra ha trasformato la capitale economica della Siria in "città martire": dei quattro milioni di abitanti ne sono rimasti meno della metà. Oltre alle bombe, questi ultimi devono lottare con fame, freddo, mancanza di medicine e acqua. Un'agonia a sua volta emblematica del dramma dell'intera Siria.
Nel 2014, Andrea Riccardi e la Comunità di Sant'Egidio hanno lanciato una campagna per salvare la città. E Avvenire ha realizzato un'intensa azione di informazione e sensibilizzazione dedicata all'ex capitale economica dal titolo "Aleppo deve vivere".