In memoria dei "senzatetto"

Comunità di S.Egidio, preghiera e pranzo per ricordare chi è morto nella strada

Più di 200 persone si sono riunite ieri mattina nella chiesa dell'Immacolata, in via Belzoni, al Portello, per commemorare i tanti senzatetto mancati nella nostra città a causa delle difficili condizioni della vita di strada. La giornata, organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio, ha raccolto decine e decine di poveri che, insieme ai loro amici e ai volontari, hanno riempito la chiesa del Portello.
Alle 11 si è tenuta la messa in cui è stata ricordata Modesta Valenti, la donna senza fissa dimora che morì il 31 gennaio del 1983 nella stazione di Termini di Roma. All'epoca il caso fece scalpore e, ancor oggi, se ne parla, poiché Modesta morì dopo ore di agonia: l'ambulanza chiamata dai passanti per soccorrerla si rifiutò di caricarla e trasferirla in ospedale perché troppo sporca. Da questa triste storia si è poi passati a ricordare i tanti senzatetto di Padova morti nell'ultimo anno.
Tra questi Valentina, Gianni, Luciano Jesus, Ghazzar. Tante storie di sofferenza che mostrano la fragilità non solo delle persone, ma anche di un'intera società troppo poco disposta a difendere i poveri. Per questo ieri mattina in segno di solidarietà sono state accese diverse candele. Candele in onore di coloro che sono "caduti per l'inaccoglienza".
Alla commemorazione è seguito un pranzo offerto ai senzatetto dalla Comunità di Sant'Egidio, da sempre sensibile ai bisogni degli ultimi e da molti anni fedele alla memoria di chi è morto per la vita in strada. Secondo i numerosi volontari ricordare queste persone, morte perché povere, è riportare alla luce nomi, volti, storie relegate in alcuni angoli e marciapiedi della città. Ed è pure un'occasione per raccogliere e unire uomini e donne di buona volontà, che desiderano una città più umana.
«Questa memoria afferma l'impegno perché nessuno più muoia senza casa e abbandonato», ha sottolineato Alessandra Coin, responsabile della Comunità di Sant'Egidio di Padova, «Tutti possono aiutare: facciamo appello a una solidarietà concreta, che può proteggere le persone senza dimora e rendere più umana la nostre città». Il freddo e le difficoltà della vita di strada, purtroppo, continuano a uccidere: è successo in passato e accade ancora oggi in molte città nel mondo, in Italia, e anche a Padova. Proprio per questo nella nostra città è ormai dal 2005, quando due ragazzi, Matiri e Sai, furono trovati morti in un bivacco nello stadio Appiani a causa del freddo, che la Comunità di Sant'Egidio si riunisce per commemorare le persone senza fissa dimora scomparse
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