La Chiesa di oggi è una comunità di martiri

L'intervento

L'assassinio delle quattro suore di Madre Teresa ad Aden nello Yemen, dove assistevano i poveri e gli anziani, è solo l'ultimo degli episodi di violenza di cui sono vittime i cristiani. Non si hanno ancora notizie di Padre Tom Uzhunnalil, un salesiano indiano che viveva presso le suore e prestava servizio per gli immigrati. Le quattro suore sono martiri della carità: amate dalla gente, servivano i poveri senza distinzioni. Nella loro ultima lettera avevano scritto: "Ogni volta che i bombardamenti si fanno pesanti noi ci inginocchiamo davanti al Santissimo esposto, implorando Gesù misericordioso di proteggere noi e i nostri poveri e di concedere pace a questa nazione". Nel XXI secolo la Chiesa è una Chiesa di martiri. Don Andrea Santoro, ucciso dieci anni fa a Trebisonda in Turchia, diceva che martire non è chi si suicida uccidendo, ma chi dona la vita per gli altri.
Non sono notizie che hanno avuto risalto: papa Francesco ha detto che le persone uccise sono anche vittime della globalizzazione dell'indifferenza. Durante la settimana 
santa, la Comunità di Sant'Egidio fa memoria dei tanti cristiani che sono fatti oggetto di persecuzioni, discriminazioni, privazione della libertà religiosa e della vita. Lo fa ricordando le vittime nel corso di una preghiera che si terrà questa sera alle 19 alla chiesa dell'Immacolata, in via Belzoni, a Padova. La veglia sarà presieduta da don Renato Marangoni, vescovo eletto di Belluno-Feltre.
In Medioriente la presenza dei cristiani rischia di scomparire dopo duemila anni. In Africa, in Asia, in America Latina, la vita dei cristiani è a rischio in tanti luoghi: dove chiese e scuole cristiane vengono bruciate, dove si è minacciati, intimiditi o uccisi perché si va a Messa, perché si educano i giovani e li si strappano alle bande criminali.

Durante la veglia si farà memoria di quanti hanno offerto la vita per il Vangelo. Come il beato Oscar Arnulfo Romero, pastore, testimone di pace, amico dei poveri, assassinato in Salvador nel 1980 mentre celebrava l'eucaristia. Come Shahbaz Bhatti, ministro pakistano cristiano, che morì a Islamabad a causa del suo impegno nella difesa di tutte le minoranze. La sua Bibbia è custodita nella basilica di San Bartolomeo a Roma, luogo memoriale dei "nuovi martiri". Come Floribert, giovane congolese di Sant'Egidio, ucciso per il "no" alla corruzione e la fedeltà ai poveri.
La violenza nei confronti dei cristiani non è un fatto lontano dalla vita della nostra città: pensiamo ai missionari padovani, i preti e le religiose, che in anni recenti sono stati assassinati, dal Brasile al Burundi. La preghiera per i cristiani è farsi vicino ai tanti fratelli sofferenti. Nella preghiera i cristiani ritrovano l'unità. Lo ha ricordato il papa, rivolgendosi al patriarca della chiesa ortodossa di Etiopia: "L'ecumenismo dei martiri è un invito rivolto a noi qui e adesso a percorrere insieme il cammino verso un'unità sempre più piena". 


[ Mirko Sossai ]