Dalle bombe alla vita: atterrati a Fiumicino 101 profughi siriani salvati dai "corridoi"

Il progetto di Sant'Egidio, Valdesi e Evangelici. "Tra i migranti bimbi malati che saranno curati"

Hanno sentito le bombe esplodere sui tetti. Hanno visto macerie e dolore, sangue e feriti. Negli occhi dei bambini resta lo sguardo della paura, il ricordo di qualche gioco seppellito sotto cumuli di calcinacci e proiettili. Sono i 101 profughi atterrati ieri al Terminal 5 dell'aeroporto di Fiumicino grazie al corridoio umanitario ideato dalla Comunità di Sant'Egidio, dalla Tavola valdese e dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia grazie a un accordo con il governo italiano.
I centouno migranti, di cui 97 siriani e quattro iracheni, sono scappati da una morte sicura a Homs, Damasco, Gama, Aleppo e Hassaka. Località ormai dilaniate dalla guerra, dai colpi di mortaio dell'Is e dalla repressione di Assad. Altri quattro migranti provengono da Bagdad. Tutti, da soli, avevano intrapreso il viaggio verso il Libano, nascondendosi in abitazioni precarie o nei campi profughi della regione di Akkar e nella Valle della Bekka. Loro (come i circa cento profughi siriani portati legalmente in Italia a febbraio grazie allo stesso progetto) nel nostro Paese troveranno accoglienza, pace, serenità e un futuro.
«La realtà dei corridoi umanitari è l'espressione di un'Europa che non si chiude dietro ai muri, ma apre i ponti» ha sottolineato il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, che ieri mattina a Fiumicino ha accolto i 101 profughi assieme al viceministro degli Esteri, Mario Giro, al presidente della Fcei, Luca Maria Negro, e al presidente della Tavola valdese, Paolo Naso.
Qui in Italia i profughi, selezionati grazie alle missioni umanitarie in base a criteri di particolari vulnerabilità (come malattie o disabilità ), saranno ospitati in strutture di accoglienza della Lombardia, del Piemonte, dell'Umbria, della Toscana, della Basilicata e del Lazio. Nella nostra regione alcune famiglie vivranno in case messe a disposizione dalla Comunità di Sant'Egidio, dalla diocesi di Frosinone e da Propaganda Fide. E così, mentre l'Europa discute su come accogliere e litiga sui respingimenti, in Italia ci sono associazioni che si rimboccano le maniche e, con il sostegno del governo, aprono corridoi umanitari che sono veri e propri tunnel in cui si vede la luce.
Molti dei profughi arrivati ieri a Roma, spiega il viceministro dogli Esteri, Giro, «sono famiglie con bambini malati, alcuni devono essere operati». E poi ci sono madri sole con figli o persone particolarmente vulnerabili. «Mia figlia è talassemica» racconta Gazhala, giunta da Homs. «Qui - prosegue - spero che la mia bimba possa avere cure migliori».
E come le famiglie siriane portate in Italia da Papa Francesco, anche questi profughi potranno seguire corsi di italiano e ai genitori sarà dato un lavoro. «Per me - dice Saad, 30 anni - in Italia inizia una nuova vita. Vorrei continuare a studiare Economia».
Sogni di serenità in un'Europa dove ancora c'è chi risolve i problemi alzando i muri.

 


[ Laura Mari ]