Malawi. «Bravo!» salva i bambini invisibili

Il programma, dopo aver registrato 3,5 milioni di persone all'anagrafe in Burkina Faso, è stato esteso da Sant'Egidio ai piccoli malawiani. Impagliazzo: «Risultati sorprendenti»

Due bambini su tre in Africa subsahariana non sono registrati all'anagrafe alla nascita. Da un punto di vista legale non esistono: sono «bambini invisibili». E rischiano di cadere nelle mani dei trafficanti di esseri umani, sfruttati nel lavoro minorile, come schiavi sessuali o per l'espianto degli organi. Fa milioni di vittime all'anno la tratta degli invisibili, ma in tanti, troppi Paesi africani, non è affrontata.
Prendiamo il Malawi, piccolo Paese dell'Africa australe, tra i più densamente popolati del continente. Fino al 2010 il Malawi non prevedeva l'iscrizione allo stato civile, quando è stata approvata la prima legge sulla registrazione dei bambini alla nascita. Sono trascorsi anni, prima che entrassero in vigore i decreti attuativi e divenisse operativo un
sistema informatico di registrazione. I bambini continuavano a restare invisibili, finché è iniziato il programma Bravo! della Comunità di Sant'Egidio, che dopo aver registrato 3,5 milioni di persone in Burkina Faso, ha avviato l'iscrizione gratuita allo stato civile dei bambini malawiani.
D'accordo con il governo, 
Sant'Egidio ha scelto il distretto di Balaka, una delle zone rurali più povere del Paese. «I risultati sono sorprendenti e la risposta della popolazione entusiasta», commenta Marco Impagliazzo, in questi giorni in Malawi, dove Sant'Egidio è una realtà diffusa in tutto il Paese e dove, grazie al programma Dream, attivo dal 2005, sono migliaia i malati di Aids in cura e i bambini nati sani da madri sieropositive. «In meno di un anno - continua il presidente di Sant'Egidio - sono 10mila i bambini appena nati che grazie a Bravo! hanno ottenuto un certificato di nascita Ma soprattutto abbiamo formato centinaia di operatori delle maternità e sensibilizzato oltre mille capi-villaggio. È una battaglia culturale in un paese dove ancora nessuno ha una carta d'identità e solo pochi privilegiati hanno un passaporto, la cui richiesta si può fare in appena quattro città».
Ma c'è ancora tanto da fare. Le città malawiane pullulano di "bimbi di strada" anche piccolissimi, che dormono dove capita - a Blantyre nei canali di scolo - e si arrangiano vendendo vecchie scarpe, raccogliendo rifiuti o chiedendo l'elemosina al mercato. A loro 
Sant'Egidio assicura cibo, vestiario, medicine, la scuola e sogna, in futuro, di aprire dei ricoveri notturni dove questi bambini possano crescere protetti. Con il govemo malawiano sono in corso negoziati per studiare la possibilità di registrarli all'anagrafe.