Senza tetto: l'ultima emergenza sono i migranti usciti dalle onlus

Solidarietà
Il piano freddo parte solo dalla prossima settimana, associazioni mobilitate ma in difficoltà per l'accoglienza "E la maggior parte degli ospiti sono ex richiedenti asilo, che usciti dalle strutture, sono senza una casa"

I nuovi senza tetto, fino a pochi mesi fa, un tetto l'avevano: quello dei centri di accoglienza straordinaria. Richiedenti asilo, che l'asilo in molti casi hanno ottenuto: il paradosso è che ora non hanno più un posto dove andare. È questa, la nuova emergenza che il mondo del sociale si trova a dover fronteggiare, proprio mentre il piano inverno da lunedì entrerà a pieno regime, tra ostacoli e rallentamenti. Sì, perché «sette persone su dieci che si sono rivolte a noi negli ultimi sei mesi per chiedere ospitalità sono straniere - spiega Alberto Mortara di Caritas-Auxilium - il piano inverno dà risposte ai senza dimora tradizionali, ma adesso iniziamo a trovarci davanti a persone che non hanno problemi di fragilità: si trovano per strada perché non hanno alternative».
Una situazione nuova, che va a incastrarsi in un ingranaggio già complesso. La grossa fetta dei posti del piano inverno con la regia del Comune sarà infatti disponibile solo dal 18 dicembre: quando apriranno Caldo Caffé di San Marcellino, 25 posti nell'ex clinica chirurgica al San Martino che andranno ad assorbire i 20 messi a disposizione da Tursi in questi giorni per coprire il "vuoto". Altri 20 posti in vico Stoppieri gestiti da Massoero 2000. E ancora, il Basilico di Auxilium, per 20 persone in convalescenza protetta al padiglione 10 dell'Ospedale San Martino. Ad oggi, l'accoglienza notturna straordinaria attiva è nei locali della Casetta del Monastero dei SS. Giacomo e Filippo: 28 letti messi a disposizione dalla Caritas con Auxilium e la cooperativa Il Melograno.
Sempre troppo pochi, in ogni caso: perché anche quando il sistema sarà a pieno regime, resteranno per strada - calcola la Comunità di Sant'Egidio - almeno altre 150 persone. «Quello che si vede con il freddo è la punta di un lavoro molto più ampio per far avvicinare i senza tetto ai servizi - ragiona Danilo De Luise di San Marcellino - il problema è la situazione contingente, si fa fatica a recuperare risorse, o sorgono imprevisti. Noi, per aprire per quattro mesi alla ex clinica abbiamo bisogno di sei operatori con contratti a tempo determinato: era necessario rispettare i tempi della selezione».
I volontari delle unità di strada saranno operativi anche la sera del 24 dicembre e dell'ultimo dell'anno. «Intensificheremo il monitoraggio - ragiona Maurizio Scala di Sant'Egidio - purtroppo il freddo è già arrivato: per questo l'ideale sarebbe stato che il Comune organizzasse il piano in anticipo, partendo già a metà novembre». «Il problema è che ogni anno bisogna battagliare per trovare strutture disponibili, e non è cosi facile: servirebbero spazi dedicati, ma non ci sono e il Comune deve attendere di poterli liberare o che altri li mettano a disposizione - spiega Alberto Mortara di Caritas-Auxilium - detto questo, bisogna anche rilevare che la gestione dell'inverno a Genova è un'eccellenza, rispetto ad altre città italiane».


[ Erica Manna ]