È il più grande progetto privato al mondo nella lotta all'Aids. Nel cuore malato dell'Africa, dove si concentrano i due terzi delle persone infettate dall'Hiv dell'intero globo, complessivamente poco meno di 35 milioni, sono gli italiani che stanno creando con successo una barriera all'epidemia di Aids, evitando la trasmissione della malattia dalla madre al nascituro. Dopo sei anni il Project Malawi, coordinato e finanziato da Intesa Sanpaolo e Fondazione Cariplo - che hanno stanziato 18 milioni, cui se ne sono aggiunti altri due da altri donatori - in collaborazione con Comunità di Sant'Egidio, ha curato circa il 5% delle 85mila gravidanze annuali nel paese africano e salvato i 3.300 bambini, nati sani da madri infette. «Abbiamo dismostrato che si può ricreare la speranza dove non c'era più speranza - ha detto ieri a Sant'Egidio il ceo di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, alla presentazione dei risultati del Progetto Dream - è un risultato da campionato del mondo, visto che parliamo di vite umane». Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant'Egidio, ha osservato che «in Malawi si costruisce un pezzo di futuro dell'Africa, una speranza sostenibile». Ora l'obiettivo è estendere il protocollo di cura al 100% delle future mamme a partire da quest'anno, abbassando la soglia dei nuovi malati dal 3% attuale (era al 6%) fin sotto l'i per cento. Inoltre il progetto - a cui partecipano anche Save The Children, gli scout del Maggasam e il Cisp - ha come obiettivo migliorare le condizioni di vita della popolazione e assicurare una prospettiva di sviluppo complessivo ad umo dei paesi più poveri del mondo, affiancando all'intervento sanitario azioni mirate a contenere l'impatto della malattia sulla popolazione e al rilancio economico in un Paese dove il 12% della popolazione tra i 15 e i 49 anni è infetto, il v% delle madri è sieropositivo, c'è la marginalizzazione dei malati, dilaga il degrado economico-sociale e vive un milione di orfani, di cui la metà da Aids. Il progetto, ha aggiunto Passera, è un sistema integrato che si occupa anche di educazione sanitaria e prevenzione, di assistenza e di sviluppo locale e microfinanza «per dare una speranza alle famiglie».
Ca.Mar.
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