Nel 2002, quando partì dal Mozambico, era soltanto un sogno. Dream, appunto, che è anche un acronimo per indicare la lotta all'Aids e alla malnutrizione, è il progetto della Comunità di Sant'Egidio per liberare l'Africa, da questa pandemia. Con due strategie: evitare l'infezione verticale da mamma a figlio al momento della nascita e consentire l'accesso gratuito alla cura. A dieci anni il sogno offre concretezze. Bastano pochi numeri a dirlo: 180mila persone assistite, 77mila in terapia antiretrovirale, 17mila bambini nati sani da madre sieropositiva. Sono qusti bimbi che spezano la catena dell'epidemia. E, dunque, viva le mamme e viva i bambini.
L'ottava conferenza internazionale che Sant'Egidio ha dedicato all'Aids, infatti, ha per titolo questa doppia esclamazione. Con esperti del programma, i ministri della sanità di dieci Paesi africani, la premiére dame della Repubblica di Guinea, Djené Condé Kaba, particolarmente impegnata nella lotta all'AIDS, presenti il segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone e, in veste di ministro per la Cooperazione, Andrea Riccardi, che della comunità di Trastevere è stato il fondatore.
È l`Aids, per il ministro, a frenare il futuro dell`Africa che fa registrare il 70% di tutti i malati a livello mondiale: «Un`Africa giovane, - ha detto - investita da un vento di rinnovamento e di rinascita, mostra una voglia di futuro, ma su questo futuro c`è la grave ipoteca dell`infezione.
Curare e prevenire la malattia - ha aggiunto - vuol dire aiutare i Paesi africani a svilupparsi e a crescere. Prevenire la trasmissione dalla mamma al bambino consente di sperare in giovani generazioni sane che contribuiranno a costruire un futuro migliore». Chiave di volta è la gratuità delle cure. A Riccardi, che ha ricordato «agli avari del nostro tempo» che anche non curare alla fine ha un costo, si è aggiunto l`appello forte del cardinale Bertone che ha ricondotto tutto l`impegno della Chiesa fedele al messaggio del Buon Samaritano: «Per la Chiesa - ha detto il porporato - questo chinarsi è adempiere a quella giustizia più grande che Gesù chiede ai discepoli, perché l`adempimento della Legge è l`amore. Lo facciamo con passione ogni giorno e lo continueremo a fare in tutto il mondo».
Bertone ha ricordato che il 30% dei centri per la cura all`Aids in tutto il mondo sono cattolici. È tanto, ma non basta. «C`è bisogno di risposte globali - ha aggiunto - a problemi che hanno una dimensione mondiale. Ci vuole veramente una globalizzazione della solidarietà. Non possiamo disinteressarci di una parte del mondo che soffre ed è ammalata». Da qui l`appello che il cardinale ha fatto anche a nome di Benedetto XVI alla comunità internazionale perché sia fornita una cura gratuita ed efficace: «Che sia consentito l`accesso universale alle cure! - ha invocato - Facciamolo partendo dalle madri e dai bambini. In questa sede, a nome del Santo Padre, mi faccio voce dei sofferenti, di tanti malati che non hanno voce. Non perdiamo tempo e investiamo tutte le risorse necessarie».
Numerosi poi gli interventi: quello del presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, della signora Condé Kaba, che spera di azzerare l`epidemia in Guinea entro il 2015. Dream dai primi anni segnò l`inizio di una nuova strategia: «Prima - ha detto il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, - si era portati a fronteggiare il male impedendone la diffusione, il che significava quasi un disinteresse per le persone già ammalate. Dream cambia la logica, si occupa di loro e si prodiga perché la trasmissione non avvenga tra la mamma e il figlio».
OCCIDENTE ALLA PROVA - IL PROGRAMMA
Dream è un programma ad approccio globale per curare l`Aids. Avviato nel 2002 in Mozambico, adesso è attivo anche in Malawi, in Tanzania, in Kenya, nella Repubblica di Guinea, nella Guinea Bissau, in Nigeria, Angola, Repubblica Democratica del Congo e Camerun. Il programma ha una considerevole esperienza di terapia antiretrovirale (Tarv) per la prevenzione della trascmissione madre-bambino. Su oltre 180mila persone in assistenza e terapia, circa 20mila gravidanze in donne Hiv-positive sono state seguitein dieci Paesi dell`Africa sub sahariana con un tasso di trasmissione del 3 per cento a 18 mesi di vita del bambino. Un risultato considerato vicino allo zero. Nei dieci Paesi del programma Dream 77mila persone sono in terapia. E stato calcolato che far nascere sano un bimbo da madre sieropositiva costa circa 500 euro. Niente, se si pensa al beneficio che ne consegue.