Dal campo alla casa, la nuova vita della famiglia rom

Le storie. Seguita dalla Comunità di Sant'Egidio, era stata sgomberata da via Rubattino: «Che bello avere i figli puliti»

Dal campo a una casa vera. È il percorso che sta seguendo la famiglia di Ramona, mamma Rom di 25 anni, che da un paio di mesi vive, con il marito e i tre figli (di 8, 6 e 2 anni), nella palazzina solidale di Greco. Insieme ad altre cinquanta, la famiglia di Ramona è stata presa in carico dalla Comunità di Sant'Egidio dopo lo sgombero della baraccopoli di via Rubattino nel novembre 2009. Oggi tutti i nuclei vivono in una casa vera e hanno avviato un progetto di riscatto e integrazione sociale.
«I figli grandi di Ramona - spiega Stefano Pasta, responsabile del Servizio Rom della Comunità di 
Sant'Egidio di Milano - frequentano regolarmente la scuola del quartiere e il più piccolo è in lista d'attesa per la scuola materna. Il marito lavora e questo permette alla famiglia di versare la piccola pigione che chiediamo per la casa. Che non è una soluzione definitiva, ma garantirà alla famiglia di costruirsi un'autonomia per arrivare ad avere una casa propria».
Basta «topi e insetti giorno e notte» e «sporcizia ovunque». Oggi Ramona è davvero felice, anche perché, intorno alla sua famiglia, è cresciuta la rete solidale della parrocchia, che, attraverso un gruppo di volontarie, l'aiuta nella gestione della casa e dei bambini. «Qui - racconta la giovane mamma Rom - ho trovato nuove amicizie e, soprattutto, una casa vera. Finalmente, i bambini sono puliti e non giocano più tutto il giorno in mezzo al fango. Questa sì che è vita».
Anche per Claudia, disabile di 27 anni, la svolta della vita è stata l'ingresso nella palazzina solidale. Con altre tre persone nelle sue condizioni, oggi abita nel grande e luminoso appartamento al secondo piano. «Aiuto a cucinare e faccio le pulizie», racconta la giovane, in attesa di essere inserita in un Centro socio educativo della zona, dove passerà le giornate per poi rientrare, la sera, nella casa di Greco.
«A regime - spiega Paola Pirani, responsabile della struttura - l'appartamento ospiterà nove persone, con tre educatori e una famiglia d'appoggio per la notte. Lo scopo è attivare percorsi di autonomia e alleviare le famiglie di origine degli ospiti».
Il tema di fondo è quello del "dopo di noi", per preparare i disabili a una vita autonoma e di qualità anche dopo la scomparsa dei genitori. Un obiettivo oggi più vicino per Claudia e i suoi amici.


[ Paolo Ferrario ]