Andrea Riccardi: Integrare è un dovere, la prudenza è una virtù

Il papa e gli immigrati
La sua visione è una grande prospettiva per l'Europa: non perdere l'identità, ma arricchirsi nello scambio

Papa Francesco, di ritorno dalla Svezia, ha parlato di rifugiati e immigrati, rispondendo a un giornalista svedese che lo interrogava sulla paura europea verso chi proviene dalla Siria o dall'Iraq: questi non minacciano la cultura cristiana dell'Europa? Il Papa ha risposto in modo articolato, non ideologico, parlando anche di necessaria «prudenza dei governanti: devono essere molto aperti a riceverli, ma anche fare il calcolo di come poterli sistemare, perché un rifugiato lo si deve integrare». Il Papa cambia posizione? Dall'appello ad accogliere i rifugiati passa a una posizione più realista? Così alcuni arguiscono. Mostrano di non avere capito a fondo il messaggio di Francesco, mai ideologico. Che bisogna accogliere l'ha ripetuto infinite volte, a partire dal grido a Lampedusa contro la «globalizzazione dell'indifferenza». Nell'aprile scorso, a Lesbo, l'isola greca dove approdano i rifugiati, ha detto solennemente: «Perdonate la chiusura e l'indifferenza delle nostre società che temono il cambiamento di vita e di mentalità che la vostra presenza richiede. Trattati come un peso, un problema, un costo, siete invece un dono». Da Lesbo, il Papa è tornato con un piccolo gruppo di rifugiati: un chiaro gesto simbolico. Certo, chiede "prudenza" ai governanti.

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[ Andrea Riccardi ]