In questo tempo dì crisi si sente il bisogno di modelli per le nostre società. È necessario dire a noi stessi e alla gente quale mondo vogliamo costruire. Anche la speranza ha bisogno di immagini del futuro e di ideali. Le visioni sono icone di speranza. Il rischio del nostro tempo è vivere giorno per giorno tra le difficoltà, senza alzare il nostro sguardo.
È un messaggio importante quello del VII Incontro mondiale delle famiglie a Milano con la presenza di Benedetto XVI. Anche per l'Italia. L'Incontro - secondo il Papa- «costituisce un'occasione privilegiata per ripensare il lavoro e la festa nella prospettiva di una famiglia unita e aperta alla vita, ben inserita nella società e nella Chiesa, attenta alla qualità delle relazioni oltre che all'economia».Perché la Chiesa insiste sulla famiglia? Non per difendere una struttura tradizionale di fronte alla modernità. Ma nell'«esperienza di umanità» della Chiesa (avrebbe detto Paolo VI), la famiglia è il cuore di una realtà di relazioni umane e di gratuità. Qui si genera e cresce la vita.
È l'espressione di una “cultura” familiare che vuole formare la civiltà, affermando il primato dell'umano e delle relazioni umane sull'economico. Certo, proprio in questo tempo, non sì può dimenticare il pressante dell’economia,vivendo da irresponsabili per cui non si tengono d'occhio i conti, la ripresa e il lavoro (e il prezzo lo pagano le generazioni che vengono). Ma non tutto è economia. La famiglia manifesta il ruolo della gratuità nella vita umana e nella società. C'è qualcosa che non si vende e non si compra . Di questo abbiamo un bisogno vitale. Il dono, l'amore, l'amicizia, la gratuità fanno la qualità della società e della vita personale.
La famiglia, in mezzo alle difficoltà, manifesta proprio questo: lo spazio gratuito e umano. Inoltre, la famiglia rappresenta la solidarietà concreta tra generazioni diverse. Il rischio dello sfaldamento della famiglia è anche quello dell'accantonamento della cultura familiare e del gratuito. Si rischia un modello di vita individualista, anzi, solitudinario , proteso nella competizione, senza legamisenza investimento nella gratuità. È un modello che non tiene conto della fragilità della vita, e che annulla tanta parte della ricchezza dell'esperienza umana. La Chiesa nutre una visione "familiare" dell'uomo e della società. In questa prospettiva si colloca il senso della festa e della domenica.
L'Incontro di Milano insiste anche sulla festa. La gratuità della festa rende liberi l'uomo e la donna e tifa responsabili nel lavoro. È una dimensione "altra" senza cui l'umanità dei lavoratori e della gente si depaupera. Non è l'Italia pigra e festaiola che afferma questo, ma il senso dell'umano radicato in un'esperienza secolare. Vivere in tempi nuovi ed essere all'altezza della sfida attuale vuol dire anche conservare e accrescere la nostra umanità.