La sua visita è durata solo un paio d'ore. Ma ad Andrea Riccardi, ministro per l'Integrazione e la Cooperazione internazionale sono bastate per cogliere l'armonia e la positività che si respirano a San Patrignano. «Sono rimasto impressionato per il grande coinvolgimento e la grande passione in una vita comunitaria messa in campo per offrire una vita migliore ai ragazzi presenti. Ho l'impressione che ci troviamo in una società rassegnata, una società a coriandolo, dove ognuno cerca di cavarsela da solo.
Qui, invece, si vive un sogno iniziato nel 1978 e che non si è mai spento. È un'oasi di speranza». Accompagnato da Letizia Moratti, da Antonio Boschini, responsabile sanitario di San Patrignano e da alcuni membri del Comitato sociale della comunità, ha visitato alcuni settori della comunità a forte impatto sociale: il centro per l'infanzia, quello dedicato ai minori e il polo educativo, dove si svolgono corsi scolastici e stage formativi.
Il ministro non ha esitato a dare la sua opinione su alcune criticità della legge di stabilità in discussione in questi giorni in Parlamento, come il possibile aumento dell'Iva dal 4 al 10% per le cooperative, tra cui anche San Patrignano: «Mi sembra si tratti più di "scooperazione" che di cooperazione », ha commentato scherzosamente. Riccardi si è pronunciato anche sull'ipotesi di dimezzare il numero degli insegnanti che il ministero dell'Istruzione fornisce per legge a realtà sociali come San Patrignano: «Ho già inviato nei giorni scorsi un messaggio al ministro dell'Istruzione Profumo.
Si tratta di insegnanti necessari. Con questo provvedimento si mettono in difficoltà giovani che già vivono situazioni particolari. Credo che vada rivisto». Prima dì lasciare la comunità c'è stato anche tempo per affrontare il tema dei tanti tossicodipendenti presenti nelle carceri italiane: «È un problema che conosco e di cui ho già parlato con il ministro della Giustizia Severino. È una situazione difficile, ma da risolvere al più presto. Tenere un tossicodipendente in carcere è un'azione grave e non va nella direzione del recupero. Dobbiamo affidarci di più a strutture come queste comunità, che hanno un'esperienza consolidata, e dobbiamo sostenerle in questo sforzo».