ROMA. Mozambico al voto amministrativo mentre il ricordo della guerra civile torna a fare paura. Urne aperte oggi per tre milioni di elettori sparsi in 52 distretti, ma non ci sarà la Renamo, principale partito d'opposizione al Frelimo (alla guida del Paese dall'indipendenza), che ha boicottato le elezioni. Mentre peggiorala crisi nelle province di Sofala e Nampula e aumentano gli scontri tra esercito e gli uomini armati della Renamo. Solo un mese fa l'operazione delle forze governative contro la base dei miliziani di Sadjiunjira. Attacco che ha portato alla rottura degli accordi del '92 quando l'intervento dello Stato italiano e della comunità di Sant'Egidio portarono il Mozambico alla pace. Di lì a poco sarebbe partita la missione Onu Albatros (con un contingente italiano di mille uomini) e proprio ieri lo Stato maggiore dell'Esercito ha deciso di ricordane i passi con un convegno all'università Luiss di Roma. Presenti i vertici militari, una rappresentanza del gruppo dei mediatori e l'ambasciatrice del Mozambico Carla Elisa Mucavi. «Quella degli accordi di Roma è un'eredità ancora viva, tanto più in un momento di crisi come quello che sta vivendo il Mozambico in questo momento - spiega monsignor Matteo Zuppi, membro della S. Egidio all' epoca tra i facilitatori degli accordi - perché anche se non è pensabile di riaprire il negoziato, è possibile riviverne lo spirito.
Non si può ridiscutere tutto ma credo che il ricordo di Roma possa portare agli sforzi necessari perché anche questa crisi diventi un momento ulteriore di rafforzamento della democrazia nel Paese». Il capo di Stato maggiore dell'Esercito, generale Claudio Graziano ha voluto ricordare che lo stesso spirito anima l'impegno dell'Italia su tutte le aree di sicuro interesse della comunità internazionale, nelle quali si stanno svolgendo missioni di piccole dimensioni ma importanti da un punto di vista della stabilità».