| 13 Setembro 2014 |
Clochard, città di invisibili. Nasce il catering per i più poveri |
Clochard, nasce il catering per i poveri |
Organizzano dei banchetti nuziali poi portano ciò che resta alle mense |
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Una città di seimila e più invisibili. E tanti "angeli" pronti ad aiutarli. Come i ragazzi di "Ecoeventi". Gestiscono un sito che organizza matrimoni eco e solidali e alla fine di ogni banchetto portano ciò che è rimasto in cucina alle mense dei poveri: dolci, arrosti, pane, confetti. «Perché Roma è anche questa - dice Giovanni Impagliazzo dello staff Tecnico dell`assessorato agli Affari sociali in Campidoglio - Una città capace di mobilitarsi grazie ai volontari. Non solo Caritas, Sant`Egidio, Croce Rossa, Centro Astalli, associazioni. La voglia di essere utile agli altri, ai più bisognosi, è la cifra di tanti romani».
E così quest`estate nei cinque "Centri di sollievo" messi su dal Campidoglio per affrontare il caldo si sono alternati barbieri a sfoltire barba e capelli a molti senza fissa dimora. «I "Centri di sollievo" - spiegano dall`assessorato - sono stati un esperimento riuscito. Anche se la canicola non c`è stata, sono serviti a tanti disperati che qui hanno potuto lavarsi, farsi una doccia. Fare il bucato nelle lavatrici a gettoni». Esperienza che il Campidoglio vuole continuare. «Non li chiuderemo» dicono dall`assessorato che invece vorrebbe aprire alcuni centri per "dimissioni controllate", in prossimità degli ospedali. «Un luogo dove il clochard che ha subito un intervento o è appena uscito da una malattia possa riguardarsi un po`, prima di finire nuovamente in strada», dice Impagliazzo.
L`inverno secondo i meteorologi si preannuncia duro. E, come sempre, i senza tetto della città col gelo cambieranno "casa". Tutti sotto i porticati, le entrate della metropolitana, le pensiline delle stazioni. E torneranno vuote le panchine dei giardinetti, i prati. Ricoveri preferiti quando l`estate arroventa tutto.
Ma via della Conciliazione, sia che faccia freddo sia che faccia caldo è sempre piena. L`altra notte a dormire sotto i porticati c`erano una ventina di persone. Nessuna coperta solo qualche bottiglia di birra vicino ai corpi distesi. Fermi come sassi. A quell`ora anche l`entrata di "Savelli" e della galleria "San Pietro" - di giorno calpestio incessante di pellegrini - è un giaciglio da non lasciarsi scappare. Da basilica a basilica, ecco altri senza tetto. Di fronte a Santa Maria Maggiore c`è Radu, trent`anni e un passato lasciato in Romania. E quasi l`una ma non chiude occhio. I suoi compagni invece, sprofondano nel sonno, fatto di stanchezza, elemosina e bevute. Non danno alcun accenno di vita anche quando la sirena di una ambulanza squarcia il silenzio della piazza.
E' una cittadella dei disperati la Stazione Ostiense. Un gruppetto parla, sghignazza. L`odore dell`urina sul marciapiede è un cazzotto nello stomaco. Molti già stanno tra le braccia di Morfeo. Un uomo è seduto per terra. Mangia. Il contenitore di plastica sulle gambe. E accanto un carrello della spesa. Sbucano cartoni, una bottiglia, una giacca a vento. Guai a chi glielo tocca quel carrello: pieno del suo mondo fatto di miseria.
Alessandra Paolini
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