| 18 Março 2015 |
Senza tetto, la solidarietà. La Comunità di S. Egidio diffonde una guida per aiutare chi è in difficoltà |
Mense e centri di accoglienza, ecco la «Michelin dei poveri» |
Oltre duemila clochard ogni notte a caccia di un riparo e di un pasto. 560 gli indirizzi utili in Campania |
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Quelli che hanno saputo arrangiarsi alla meno peggio stanno in baracche, soprattutto in periferia, che condividono con altri. Sono un terzo dei circa 2mila che ogni giorno e ogni notte devono inventarsi dove andare a trascinarsi o a sostare e a individuare un posto dove dormire: se non si può contare su un alloggio, anche molto precario, restano solo i porticati e le stazioni della metro. Sono i senza fissa dimora. Per loro la Comunità di Sant'Egidio ha approntato una guida che non a caso etichetta come la «Michelin dei poveri». Come a dire: se ti fermi a pensare di guide Michelin contrapposte ne puoi fare diverse. È una guida che ha per titolo: «Dove mangiare, dormire, lavarsi». Perché per chi non ha nulla, il problema non è solo quello di mettere qualcosa sotto i denti ma anche tutto il resto.
L'edizione 2015 è stata presentata ieri da Antonio Mattone e Benedetta Ferone pochi giorni prima della visita di papa Francesco perché anche lui ricorderà che bisogna fare qualcosa in più per chi, per vari motivi, ha perso anche il senso di sé fino all'abbrutimento. E la Comunità di S. Egidio propone di aumentare i luoghi dell'accoglienza a bassa soglia, di diversificare gli interventi e di prevedere dimissioni ospedaliere protette.
Ma chi sono i clochards? Sono soprattutto quelli che hanno perso il lavoro o hanno problemi di alcol. L'89 per cento è costituito da uomini e l' 11 per cento da donne; sono italiani il 21 per cento e il restante stranieri. La fascia di età prevalente va dai 35 ai 64 anni. Per loro la Comunità di S. Egidio ha stampato 3.500 guide tascabili distribuite nei servizi pubblici e privati e presso le associazioni. Oltre 560 indirizzi utili fra Napoli e Campania tra cui più di 50 mense, 29 centri di accoglienza, 23 ambulatori medici, centri di ascolto e per l'impiego, 50 comunità di recupero per dipendenze da alcol, droga e gioco, 41 indirizzi di scuole di italiano per immigrati e biblioteche.
Un monito: intere famiglie rischiano di finire per strada. Come quella, padre, madre e figlia, trovata a dormire sotto il colonnato a piazza Plebiscito. Ma bisogna ricordare che si può sempre ricominciare. Come Giuseppe, raccattato quasi moribondo alla periferia di S. Antimo, abbandonato dalla moglie, alcolizzato, ma che le suore di Madre Teresa di Calcutta hanno saputo riportare alla vita e che adesso, proprio presso le suore, fa lavori di guardiania.
Carmela Maietta
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