change language
você está em: home - recortes de imprensa newsletterlink

Support the Community

  
22 Março 2015

Il monito. «Mai più morti per l'indifferenza»

Nel 1983 moriva su un marciapiede a Roma, Modesta Valenti. Nessuno volle salvarla

 
versão para impressão

Mai più martiri dell'indifferenza. Modesta Valenti, 32 anni fa, morì proprio su un marciapiede della stazione Termini di Roma perché non soccorsa in una gelida notte d'inverno. Oggi lei, una dei tanti senza fissa dimora dei sottopassi dei binari ferroviari, è diventata il simbolo di ciò che la Capitale prova a combattere - la mancanza di accoglienza - grazie all'aiuto di molti volontari, tra cui quelli della Comunità di Sant'Egidio.
La targa sul binario 1 della principale stazione romana, voluta due anni fa dalla città per non dimenticare, è contornata di tanti clochard con una gerbera in mano nel giorno in cui si ricorda la donna alla presenza dell'Elemosiniere del Papa, monsignor Konrad Krajewski. Adesso anche i viaggiatori frettolosi volgono lo sguardo verso quei cittadini spesso dimenticati.
«L'indifferenza ha sempre tempo», ricorda il vescovo ausiliare di Roma Matteo Zuppi. Modesta è morta perché nessuno ha avuto sollecitudine nell'aiutarla, aggiunge, «ma nella lotta alla povertà bisogna avere fretta» e «aprire gli occhi per avere quella misericordia che dà risposte a tanti bisognosi». Anche nei luoghi piu anonimi per antonomasia come le stazioni.
Nessuno in quella sera del 1983, infatti, volle far salire sull'ambulanza Modesta dopo che si sentì male. Troppo sporca e piena di pidocchi, dissero. Da allora qualcosa si è mosso, però. «La sua storia e il suo ricordo hanno toccato nuovi cuori che si muovono accanto a chi vive nella precarietà e mobilitato energie di bene», sottolinea il presidente della Comunità di Sant'Egidio Marco Impagliazzo, ricordando che Modesta «è una caduta dell'indifferenza; un sacrifico che non deve accadere mai più».
A Roma vivono in strada quasi ottomila persone, circa tremila trovano riparo in inverno nei dormitori del Comune, nelle parrocchie, istituti religiosi o associazioni di volontariato. Molti invece continuano a passare le notti in alloggi di fortuna o nelle stazioni, «luoghi in cui molti vedono una casa - dice l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Michele Elia - speriamo che nessuno debba però più sacrificarsi per avere un rifugio o un pasto caldo».
Insomma, serve attenzione. Loro difatti «non sono cittadini di serie B», ribadisce la coordinatrice della conferenza dei municipi di Roma Capitale Cristina Maltese, ammettendo comunque che «bisogna ridisegnare le politiche sociali di questa città».