'Vogliamo ricordare Emmanuel': la lettera dei Giovani per la Pace

Sant'Egidio

L'ignoranza, la chiusura in se stessi, la miopia e la sordità al diverso da sé, la paura incontrollata del diverso così profonda e dilagante. Questo è il fascismo del nostro tempo, questo è l'omicidio di Emmanuel a Fermo: cresce una cultura apertamente razzista, come mostrano una quantità di commenti, che uccide con le persone anche la dignità di essere umani. Alla radice, l'egoismo di alcune voci del nostro mondo, dilaganti, che urlano nascoste, sussurrando consigli come "salvati da solo: se non pensi a te stesso finirai male". Il diverso, anche per effetto dell'intensa propaganda politica, diventa sempre più il nemico: colui che invade e procura chissà quale danno alle nostre vite.
Noi siamo i Giovani per la Pace, un movimento di giovani legato alla Comunità di Sant'Egidio e crediamo che di fronte a violenze di questo genere non si possa semplicemente allargare le braccia come a dire "Noi che ci possiamo fare?" oppure "Non mi riguarda, non mi importa". Noi stiamo dalla parte di chi accoglie: anzi, accogliere è l'atto più rivoluzionario e anticonformista degli ultimi tempi! E lo possiamo fare tutti!
Per questo, crediamo possa partire un vento di cambiamento per le nostre città e il nostro mondo, anche per i cuori più irrigiditi dalla paura. Crediamo fermamente nella Pace e non abbiamo paura di affermarlo: possiamo invece donarla come possiamo a chi non ne ha.
Vogliamo ricordare assieme Emmanuel Chidi Namdi e sua moglie, ora vedova, Chiniery, con una preghiera che si terrà oggi, alle 19.30, nella Chiesa dell'Immacolata, in via Belzoni. Non meritavano di essere divisi dall'odio razzista, dopo essere fuggiti da Boko Haram in Nigeria ed essere arrivati in Italia, agognata meta di Pace.
Come Giovani per la Pace, come italiani, e prima di tutto come umani, non vogliamo tradire la speranza del mondo, così affamato e assetato di Pace.


[ Mattia Giovani per la Pace Padova ]