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II stazione


 
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II Stazione
Dormire compiangendo se stessi

Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro quasi un tiro dì sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me onesto calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente: e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatesi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormile? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».
(Lc 22,39-46)


Duccio di Buoninsegna
Preghiera nell'orto degli ulivi


«Perché dormite?» - chiese Gesù. Perché dormivano sul monte degli Ulivi, dove Gesù era andato con loro come al solito? Egli aveva parlato a lungo di quello che stava per accadere: «Quello che mi riguarda volge al suo termine». Poi aveva insistito nuovamente: «Pregate per non entrare in tentazione»». Ma i discepoli si erano addormentati. In quella situazione così tesa, si erano distaccati da lui e si erano rifugiati nel sonno, presi dalla tristezza. Lo avevano lasciato solo, credendosi a loro volta soli, prigionieri di una situazione difficile. Non avevano capito la sua parola e quello che stava accadendo. Erano dominati da un senso di tristezza. Gesù non era molto lontano da loro, solo un tiro di sasso. Conosciamo la scena. Loro dormivano e lui pregava in preda all'angoscia. Pregava intensamente e diceva: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice. Tuttavia non sia fatta la mia ma la tua volontà». Era la preghiera di un condannato a morte, di un uomo che aspetta la sua ora e sente la fine vicina. Ma sa die non è stato dimenticato dal Padre e si rivolge a lui.

Proprio vicino al Monte degli Ulivi passa la strada che va da Gerusalemme a Gerico. Forse imboccando quella strada, anche di notte, Gesù avrebbe potuto salvare la sua vita. Forse con quelle due spade offertegli dai discepoli avrebbe potuto difendersi dai ladroni e dai briganti che infestavano la via fra Gerico e Gerusalemme, dove il buon Samaritano era passato e aveva trovato un uomo mezzo morto. Ma Gesù non imbocca quella via. Si ferma su quella altura, ricoperta di ulivi, da cui si vede Gerusalemme e da cui si sente il rumore della città. Da solo prega. Non ha armi ne si trova in compagnia. Sembra abbandonato da tutti, anche da quelli che gli sono più vicini. Sembra abbandonato agli uomini. A vederlo così, è davvero un ..orno abbandonato. Ma c'è un segno di affetto per quell'uomo che prega. Solamente gli apparve un angelo dal cielo a confortarlo. Era la risposta di Dio alla sua preghiera. Solo Dio non lo avrebbe abbandonato lungo la sua via dolorosa. È la manifestazione della bontà di Dio e della sua misericordia fedele. Ma l'apparizione di quell'angelo è anche un'accusa silenziosa ad ogni donna e ad ogni uomo: non si è trovato nessuno che lo consolasse. E venuto un angelo dal cielo. I suoi discepoli, invece, presi da se stessi, si sentivano più sofferenti, più deboli, più poveri di Gesù e compiangevano se stessi. Questa è la loro tristezza. Quando si comincia a compiangere se stessi, ci si dimentica di quel condannato a morte nell'orto degli ulivi. Quando si comincia a compiangere se stessi, ci si dimentica di tutti quelli che soffrono, che sono malati, soli, che attendono l'ora drammatica della propria morte. Perché dormite? E’ una domanda che viene rivolta anche a noi, discepoli di Gesù in questo ultimo tempo. E una domanda che ci viene rivolta dal Signore, che ci risveglia e ci dice: «Alzatevi e pregate per non entrare in tentazione» Il maestro, pur essendo preso da un grande dolore, non ne è prigioniero. Infatti continua a parlare ai suoi discepoli: «Alzatevi e pregate per non entrare in tentazione». Lui si è alzato e sta pregando.


   
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