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7 Settembre 2015 09:30 | Palazzo dei Congressi - Pallati i Kongreseve

Intervento di Paulo Locmann



Paulo Lockmann


Consiglio Metodista Mondiale, Brasile

IL MARTIRE: IL VOLTO DEL NUOVO CRISTIANESIMO

“Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia.” Matteo 5:11
“umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce!” Filippesi 2, 8

1) La nostra eredità cristiana
Dopo Gesù noi conviviamo con la possibilità del sacrificio e del martirio nelle nostre vite; se siamo veri cristiani, si tratta di un’eventualità costante. Gesù lo ha profetizzato varie volte e lo ha poi incarnato. La sua morte è stata l’esempio più alto e irrefutabile, anche per i non Cristiani. Questo fatto non cambierà mai, ciò che può cambiare è l’interpretazione degli eventi. Citerò John Foxe:
“Tommaso predicò ai Parti, ai Medi, e ai Persiani, ma anche ai Carmaniani, agli Ircaniani, ai Bactri e ai Magi. Soffrì in agonia e fu poi ucciso da una freccia a Calamina, una città dell’India.
Simone il giovane, fratello di Giuda e Giacomo, figlio di Maria di Cleopa e Alfeo, fu vescovo di Gerusalemme dopo Giacomo e fu crocifisso in Egitto durante il regno dell’imperatore Traiano.
Simone l’apostolo, detto il Cananeo, predicò in Mauritania, Africa e Gran Bretagna; anche lui fu crocifisso.
L’evangelista Marco, primo vescovo di Alessandria, predicò il Vangelo in Egitto; fu legato e messo al rogo, e poi seppellito in un posto detto “Bucolus”, al tempo dell’imperatore Traiano.
Si dice che anche Bartolomeo predicò agli Indiani e tradusse per loro il Vangelo. Alla fine, nella grande città armena di Albinopoli, dopo molta persecuzione, fu picchiato con un bastone e crocifisso. Poi fu scorticato e decapitato.”


2) Il martirio, un esperienza della chiesa delle origini
La storia ci dice di Nerone (64 D.C.), che incendiò Roma e incolpò i Cristiani, causando una rivolta di popolo. Da allora il Cristianesimo fu visto come una religione illegale e sinistra. I suoi seguaci furono condannati al carcere e alla pena di morte in tutto l’Impero Romano. Chi confessava la sua fede in Cristo veniva dato in pasto alle fiere, crocifisso o bruciato vivo, come raccontato dallo storico romano del 1° sec. Tacito:
“con la loro morte, essi venivano usati come oggetti di diletto, legati e lasciati alla mercé di animali feroci, fatti a pezzi da cani rabbiosi, o inchiodati a croci infuocate; alla fine, venivano bruciati e usati come torce nella notte.”
Pietro e Paolo, insieme a molti altri fratelli cristiani, sono stati esposti allo scherno da parte dei Romani e sono morti martiri. Inoltre, questa persecuzione è continuata per i tre secoli successivi, come affermato negli scritti di Gregorio di Tours, che visse nel 2° secolo:
“Sotto l’imperatore Decio molte persecuzioni furono perpetrate contro i Cristiani e la carneficina fu di tali dimensioni che il numero di morti non può essere contato”.
Fino al 4° secolo la persecuzione caratterizzò la vita della chiesa cristiana. Tuttavia, nutriti dalle parole di Gesù, di Paolo e degli Apostoli, i Cristiani erano stati preparati a dare la loro vita per il Signore Gesù Cristo. Come esempio, menzionerò Albano, il primo martire inglese:
“Albano un martire perseguitato e condannato a morte per la sua fede in Cristo, sotto Diocleziano e Massimiliano. Essi avevano decretato la persecuzione dei Cristiani tra il 284 e il 305 D.C., quando governarono insieme. Uno si occupava delle questioni militari, l’altro di quelle politiche, e l’Impero si estese. La storia di Albano porta un messaggio: anche se lui non era un Cristiano, nascose un membro del clero perseguitato e, ascoltando le parole di quest’ultimo, si convertì al Cristianesimo. Albano cominciò ad indossare abiti talari e finse di essere l’uomo di chiesa quando arrivarono le guardie. Così fu imprigionato e ucciso. Albano assunse il ruolo di predicatore del Vangelo, lui, un cristiano appena convertito che presto morì per la sua fede.”

3) Il martirio, un sacrificio dai molti volti e dalle molte forme
Si può dire che il fondamentalismo religioso è oggi uno dei maggiori produttori di martiri. Per alcuni radicali, Cristiani e non Cristiani, vivere la fede in Dio in un modo diverso da come loro lo intendono e lo reputano giusto li sottopone ad un giudizio di morte. Ciò conduce alla guerra, in cui persone innocenti muoiono tutti i giorni poiché la loro fede è diversa da quella dei gruppi fondamentalisti. A tali gruppi non importa di donne e bambini e provocano vittime in tutto il mondo. Praticamente tutte le religioni principali hanno le loro sette radicali di idee fondamentaliste. Questo è il motivo per cui, come potete vedere, nel nostro dibattito il martirio della chiesa delle origini e la  questione della libertà religiosa oggi hanno molto in comune.
Se per martire si intende solo una persona uccisa perché pratica un culto in un certo modo, allora molti dei primi Cristiani non si possono considerare martiri. Tuttavia, se per martire intendiamo anche coloro che furono uccisi per aver rifiutato di riconoscere i governanti romani o l’imperatore stesso come massima autorità della loro esperienza umana, allora possiamo riconoscere molte persone come martiri.
Le autorità americane non hanno perseguitato Martin Luther King perché era Battista, o perché professava una fede che aveva elementi rituali della cultura nera. Quanto alle sue pratiche religiose, Martin Luther King era libero di fare come credeva. Fu perseguitato e arrestato a causa del suo messaggio in difesa della libertà e dei diritti umani. Fu il modo in cui condusse le proteste contro le leggi razziste negli Stati del sud, fu una sfida diretta all’ideologia dei bianchi.
E’ curioso che oggi non si includano nel novero dei martiri coloro che sono andati oltre il semplice professare la loro fede e includiamo coloro che, a causa della loro fede, si ribellano all’ingiustizia.
Ingiustizie  come la violenza contro le donne, l’autoritarismo di vari governi corrotti che causano la miseria e la morte di molti dei loro cittadini. Si perseguitano tutti quelli che vogliono unirsi alla lotta per i diritti umani, coloro che hanno aspirazioni spirituali legittime.
Poiché il nostro Dio è un Dio di creazione, un Dio di amore e riconciliazione e non di morte e persecuzione, ora, più che mai, dobbiamo spalancare le porte dei nostri templi alla gente, per recuperare come pratica religiosa tutti i sogni di Dio sulla creazione, ovvero la pace e la riconciliazione in tutte le nostre società.
Smettiamola di perseguitare e martirizzare coloro che sono diversi!
 

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