PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Pasqua di Resurrezione
Parola di Dio ogni giorno

Pasqua di Resurrezione

Pasqua di Risurrezione.
Memoria di sant'Anselmo (+1109), monaco benedettino e vescovo di Canterbury; per amore della Chiesa sopportò l'esilio.
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Libretto DEL GIORNO
Pasqua di Resurrezione
domenica 21 aprile

Pasqua di Risurrezione.
Memoria di sant'Anselmo (+1109), monaco benedettino e vescovo di Canterbury; per amore della Chiesa sopportò l'esilio.


Prima Lettura

Dal libro degli Atti 10,34.37-43

Pietro allora prese la parola e disse: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome".

Salmo responsoriale

Salmo 117 (118)

Antifona

Eterna è la misericordia del Signore.

Celebrate il Signore, perché è buono;
perché eterna è la sua misericordia.

Dica Israele che egli è buono:
eterna è la sua misericordia.

Lo dica la casa di Aronne:
eterna è la sua misericordia.

Lo dica chi teme Dio:
eterna è la sua misericordia.

Nell'angoscia ho gridato al Signore,
mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo.

Il Signore è con me, non ho timore;
che cosa può farmi l'uomo?

Il Signore è con me, è mio aiuto,
sfiderò i miei nemici.

E' meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell'uomo.

E' meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti.

Tutti i popoli mi hanno circondato,
ma nel nome del Signore li ho sconfitti.

Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato,
ma nel nome del Signore li ho sconfitti.

Mi hanno circondato come api,
come fuoco che divampa tra le spine,
ma nel nome del Signore li ho sconfitti.

Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato mio aiuto.

Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.

Grida di giubilo e di vittoria,
nelle tende dei giusti:

la destra del Signore ha fatto meraviglie,
la destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto meraviglie.

Non morirò, resterò in vita
e annunzierò le opere del Signore.

Il Signore mi ha provato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.

Apritemi le porte della giustizia:
voglio entrarvi e rendere grazie al Signore.

E' questa la porta del Signore,
per essa entrano i giusti.

Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito,
perché sei stato la mia salvezza.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta testata d'angolo;

ecco l'opera del Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.

Questo è il giorno fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo in esso.

Dona, Signore, la tua salvezza,
dona, Signore, la vittoria!

Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore;

Dio, il Signore è nostra luce.
Ordinate il corteo con rami frondosi
fino ai lati dell'altare.

Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.

Celebrate il Signore, perché è buono:
perché eterna è la sua misericordia.

Seconda Lettura

Dalla lettera di Paolo ai Colossesi 3,1-4

Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.

Lettura del Vangelo

Alleluia, alleluia, alleluia !

Cristo è risorto dai morti e non muore più !
Egli ci attende in Galilea !

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Giovanni 20,1-9

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!". Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Cristo è risorto dai morti e non muore più !
Egli ci attende in Galilea !

Alleluia, alleluia, alleluia !

Omelia

Il Vangelo di Pasqua inizia con una donna, Maria di Magdala, che si reca al sepolcro di buon mattino, quando «era ancora buio». Era buio fuori, ma soprattutto dentro il cuore di quella donna. Con il cuore triste, Maria si recava al sepolcro.
Appena giunta al sepolcro vede che la pietra posta sull'ingresso, una lastra pesante come ogni morte e ogni distacco, è stata ribaltata. Neppure entra. Corre subito da Pietro e da Giovanni: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro!», grida, trafelata. Neanche da morto, pensa, lo vogliono. E aggiunge con tristezza: «Non sappiamo dove l'hanno posto». La tristezza di Maria per la perdita del Signore, anche solo del suo corpo morto, è uno schiaffo alla nostra freddezza e alla nostra dimenticanza di Gesù anche da vivo. Oggi, questa donna è un alto esempio per tutti i credenti. Solo con i suoi sentimenti nel cuore è possibile incontrare il Signore risorto.
È lei e la sua disperazione a muovere Pietro e l'altro discepolo che Gesù amava. Essi «corrono» immediatamente verso il sepolcro vuoto; dopo aver iniziato assieme a seguire il Signore, sebbene da lontano, nella passione (Gv 18,15-16), ora si trovano a «correre entrambi» per non stargli lontano. È una corsa che esprime bene l'ansia di ogni discepolo, di ogni comunità, che cerca il Signore. Anche noi forse dobbiamo riprendere a correre. La nostra andatura è diventata troppo lenta, forse appesantita dall'amore per noi stessi, dalla paura di scivolare e perdere qualcosa di nostro, dal timore di dover abbandonare abitudini ormai sclerotiche. Bisogna riprovare a correre, lasciare quel cenacolo dalle porte chiuse e andare verso il Signore. La Pasqua è anche fretta. Giunse per primo alla tomba il discepolo dell'amore: l'amore fa correre più veloci. Ma anche il passo più lento di Pietro lo portò sulla soglia della tomba; ed ambedue entrarono. Pietro per primo, e osservò un ordine perfetto: le bende stavano al loro posto come svuotate del corpo di Gesù e il sudario «avvolto in un luogo a parte». Non c'era stata né manomissione né trafugamento: Gesù si era come liberato da solo. Non fu necessario per lui sciogliere le bende come per Lazzaro. Anche l'altro discepolo entrò e «vide» la stessa scena: «Vide e credette», nota il Vangelo. Si erano trovati davanti ai segni della risurrezione e si lasciarono toccare il cuore.
Fino ad allora infatti - prosegue l'evangelista - «non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risuscitare dai morti». Senza comprensione della Pasqua, ci si rassegna davanti al male. La Pasqua è venuta, la pietra pesante è stata rovesciata e il sepolcro si è aperto. Il Signore ha vinto la morte, e vive per sempre. Gesù risorto deposita nei cuori la potenza dello Spirito che rinnova. Scrive l'apostolo: «Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio» (Col 3,3). La nostra vita è coinvolta in Gesù risorto e quindi partecipe della vittoria sulla morte e sul male. Assieme al Risorto entrerà nei nostri cuori il mondo intero con le sue attese e i suoi dolori, com'egli manifesta ai discepoli le ferite presenti ancora nel suo corpo, perché possiamo cooperare con lui alla nascita di un cielo nuovo e una terra nuova, ove non c'è né lutto né lacrima, né morte né tristezza perché Dio sarà tutto in tutti.

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