PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Preghiera della Pasqua
Parola di Dio ogni giorno

Preghiera della Pasqua

In Israele è il giorno della memoria della Shoah, in cui si ricorda lo sterminio del popolo ebraico a opera dei nazisti durante la seconda guerra mondiale. Leggi di più

Libretto DEL GIORNO
Preghiera della Pasqua
sabato 27 aprile

In Israele è il giorno della memoria della Shoah, in cui si ricorda lo sterminio del popolo ebraico a opera dei nazisti durante la seconda guerra mondiale.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Cristo è risorto dai morti e non muore più !
Egli ci attende in Galilea !

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal libro degli Atti 4,13-21

Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l'uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare. Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo: "Che cosa dobbiamo fare a questi uomini? Un segno evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. Ma perché non si divulghi maggiormente tra il popolo, proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad alcuno in quel nome". Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni replicarono: "Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato". Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando in che modo poterli punire, li lasciarono andare a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l'accaduto.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Cristo è risorto dai morti e non muore più !
Egli ci attende in Galilea !

Alleluia, alleluia, alleluia !

Continua la narrazione dell'interrogatorio di Pietro e Giovanni davanti agli anziani e agli scribi dopo la guarigione dello storpio. Essi rimasero stupiti della "franchezza" con cui i due discepoli di Gesù rispondevano alle loro richieste e anche della loro abilità visto che erano «persone semplici e senza istruzione». Gli Atti notano la forza delle parole dei due discepoli testimoniata anche dalla presenza dello storpio guarito. Era evidente la novità: quei giudici si trovavano davanti ai risultati della efficacia delle parole del Vangelo. Di qui lo stupore e anche il timore per la possibile reazione della gente qualora li avessero condannati. Quegli anziani cercarono quindi di intimorirli con le minacce. Ma il Vangelo aveva cambiato profondamente anche il cuore di Pietro e di Giovanni: erano diventati forti, dopo la discesa dello Spirito. «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Non è una risposta arrogante e neppure indispettita. È il semplice attestare la verità della propria esperienza di vita ed è un esempio di come comunicare il Vangelo. Pietro e Giovanni sanno bene che non possono più tacere: non hanno più paura. Il silenzio avrebbe significato estraneità al Vangelo. Chi ha il Vangelo nel cuore non può non comunicarlo, anche a costo della vita. Ma deve farlo anche in maniera efficace e rispettosa. Il cristianesimo è opera di attrazione più che di convincimento.

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