PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria dei poveri
Parola di Dio ogni giorno

Memoria dei poveri

Per i musulmani è la Festa del sacrificio (Aid al-Adha). Leggi di più

Libretto DEL GIORNO
Memoria dei poveri
lunedì 12 agosto

Per i musulmani è la Festa del sacrificio (Aid al-Adha).


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal libro del Deuteronomio 10,12-22

Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore, tuo Dio, se non che tu tema il Signore, tuo Dio, che tu cammini per tutte le sue vie, che tu lo ami, che tu serva il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l'anima, che tu osservi i comandi del Signore e le sue leggi, che oggi ti do per il tuo bene? Ecco, al Signore, tuo Dio, appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra e quanto essa contiene. Ma il Signore predilesse soltanto i tuoi padri, li amò e, dopo di loro, ha scelto fra tutti i popoli la loro discendenza, cioè voi, come avviene oggi. Circoncidete dunque il vostro cuore ostinato e non indurite più la vostra cervice; perché il Signore, vostro Dio, è il Dio degli dèi, il Signore dei signori, il Dio grande, forte e terribile, che non usa parzialità e non accetta regali, rende giustizia all'orfano e alla vedova, ama il forestiero e gli dà pane e vestito. Amate dunque il forestiero, perché anche voi foste forestieri nella terra d'Egitto. Temi il Signore, tuo Dio, servilo, restagli fedele e giura nel suo nome. Egli è la tua lode, egli è il tuo Dio, che ha fatto per te quelle cose grandi e tremende che i tuoi occhi hanno visto. I tuoi padri scesero in Egitto in numero di settanta persone; ora il Signore, tuo Dio, ti ha reso numeroso come le stelle del cielo.


 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Nel brano che abbiamo ascoltato Mosè invita il popolo di Israele a rinunciare al culto del vitello d'oro - il peccato descritto nella pagina che precede - e a dirigere il proprio cuore solo al Signore. Egli ha liberato Israele dalla schiavitù del Faraone d'Egitto, ha aperto il Mar Rosso davanti a lui, l'ha protetto e nutrito di manna nel deserto e ora lo accudisce nella terra ove lo ha fatto entrare. E sarà ancora il Signore che gli procurerà cibo e sostegno per il tempo che viene. Mosè interroga Israele: «Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore, tuo Dio, se non che tu tema il Signore, tuo Dio, che tu cammini per tutte le sue vie, che tu lo ami, che tu serva il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l'anima, che tu osservi i comandi del Signore e le sue leggi, che oggi ti do per il tuo bene?» (vv. 12-13). Ma a tale amore è possibile rispondere solo con un analogo amore. Per questo bisogna «circoncidere il cuore e non indurire la cervice». È necessario cioè tagliare dal cuore l'ostinazione e l'orgoglio che non permettono al Signore di plasmarci con sentimenti nuovi. Se accogliamo la sua opera in noi, se lasciamo che il suo Spirito discenda nei nostri cuori, cammineremo con un amore che non conosce né limiti né confini, che si commuove sui poveri, e che non cessa di prendere esempio dal Signore che «non usa parzialità e non accetta regali, rende giustizia all'orfano e alla vedova, ama il forestiero e gli dà pane e vestito». Il testo si sbilancia fortemente in maniera inusuale sull'amore per il forestiero: non c'è solo giustizia per lui ma amore. È l'amore preferenziale per i deboli che appare sin dalla prima pagina della Scrittura, come a sottolineare il suo stesso essere per i poveri. Israele deve amare il forestiero, così come gli viene chiesto di amare Dio.