PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria della Chiesa
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria della Chiesa
giovedì 27 febbraio


Lettura della Parola di Dio

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Io sono il buon pastore,
le mie pecore ascoltano la mia voce
e diventeranno
un solo gregge e un solo ovile.

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Dal libro del Deuteronomio 30,15-20

Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Oggi, perciò, io ti comando di amare il Signore, tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore, tuo Dio, ti benedica nella terra in cui tu stai per entrare per prenderne possesso. Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, oggi io vi dichiaro che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano. Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare nel paese che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe".


 

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate l'un l'altro.

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Il Deuteronomio - in questo passaggio che chiude il lungo discorso che Mosè fece al popolo in nome del Signore - ricorda la responsabilità che il popolo si prende scegliendo Dio come il proprio Signore: "Vedi, io oggi pongo davanti a te la vita e il bene, la morte e il male" (Dt 30,15). La scelta tra le due vie non è senza conseguenze. Si tratta di una responsabilità che comporta la qualità dell'esistenza dell'intero popolo, non solo di quella personale di ciascuno. Scegliere per il bene e la vita significa continuare ad essere benedetti e protetti. Scegliere per il male significa votarsi alla infelicità e alla morte. Per questo Mosè continua: "Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui". La scelta di amare il Signore significa ascoltare fedelmente la sua Parola, "camminare nelle sue vie" e quindi "tenersi uniti a lui". Di qui discende la benedizione di Dio sul popolo e sul suo futuro. La comunione con il Signore e l'ascolto della sua Parola rendono bella e umana la vita e sono una grande sapienza per il mondo. Questo messaggio sarà accolto e portato a compimento da Gesù. I suoi discepoli sono coloro che accolgono con il cuore disponibile la sua Parola e la mettono in pratica, ogni giorno. Essere discepoli e amare il Signore è una scelta che va rinnovata ogni giorno, soprattutto in questo tempo di Quaresima, un tempo opportuno di conversione, che aiuta ad alzare lo sguardo da noi stessi per volgerlo verso il Signore. E seguirlo nei giorni che verranno per accompagnarlo durante i giorni santi della passione, morte e risurrezione.