PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Vigilia del giorno del Signore
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Vigilia del giorno del Signore
sabato 13 marzo


Lettura della Parola di Dio

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Chiunque vive crede in me
non morrà in eterno.

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Dal vangelo di Luca 18,9-14

Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: "Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo". Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore". Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato".

 

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Se tu credi, vedrai la gloria di Dio,
dice il Signore.

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

L'insegnamento che Gesù vuole offrire ai discepoli è la necessità di avere uno spirito di umiltà quando ci si presenta davanti a Dio. E mette sull'avviso coloro che si presentano davanti al Signore con l'atteggiamento di quel fariseo il quale, con non poca presunzione e orgoglio, presume di essere giusto. Se è facile assumere l'atteggiamento del fariseo è, invece, difficile considerarsi peccatori, bisognosi di perdono e di misericordia. Gesù, con questa parabola, avverte che l'orgoglio e la presunzione spingono ad avere fiducia più in sé che in Dio e, nello stesso tempo, portano a giudicare con durezza e disprezzo gli altri. Il fariseo, pieno di sé, sale al tempio per elogiarsi davanti a Dio, mentre il pubblicano, al contrario, pur essendo benestante e temuto dalla gente a causa del suo mestiere, si sente bisognoso di aiuto e di misericordia. Non sale al tempio per pretendere diritti ma per chiedere aiuto. Lui, che pure aveva un lauto guadagno dal lavoro, somiglia più al mendicante che chiede perdono. Quante volte ci comportiamo come il fariseo! Pensiamo a quanta fatica facciamo per riconoscere i nostri peccati. Mentre siamo pronti a giudicare male gli altri. Il paradosso evangelico è però evidente: chi si innalza sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato. Impariamo l'umiltà, che è via all'incontro con Dio, invece di innalzarci sugli altri, ergendoci a giudici sprezzanti, convinti della nostra innocenza. Quel pubblicano ci mostra il modo di presentarci davanti a Dio: riconoscere che siamo peccatori e che andiamo da lui per mendicare misericordia e perdono.

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