PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Vigilia del giorno del Signore
Parola di Dio ogni giorno

Vigilia del giorno del Signore

La Chiesa armena fa memoria oggi di Metz Yeghérn, il "Grande Male". È il ricordo della strage patita durante la prima guerra mondiale, in cui furono uccisi oltre un milione di armeni. Leggi di più

Libretto DEL GIORNO
Vigilia del giorno del Signore
sabato 24 aprile

La Chiesa armena fa memoria oggi di Metz Yeghérn, il "Grande Male". È il ricordo della strage patita durante la prima guerra mondiale, in cui furono uccisi oltre un milione di armeni.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Chiunque vive crede in me
non morrà in eterno.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Giovanni 6,60-69

Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?". Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: "Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono". Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre".
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: "Volete andarvene anche voi?". Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Se tu credi, vedrai la gloria di Dio,
dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

La pagina evangelica che abbiamo ascoltato conclude il grande "discorso del pane" che Gesù pronuncia nella sinagoga di Cafarnao. L'intero testo che l'evangelista riporta ci dice una verità fondamentale: Gesù "è" il pane e non semplicemente "ha" il pane, come pensava la gente dopo aver visto il miracolo della moltiplicazione dei pani. Questa affermazione di Gesù come "il pane della vita" è sentita eccessiva anche dai discepoli, i quali si dicono tra loro: "Questa parola è dura". Essi, in quelle parole, comprendono che "mangiare la carne e bere il sangue di Gesù" significa accogliere in se stessi un amore così grande da coinvolgere in maniera totale la loro vita. Non riescono ad accettare un amore così grande e coinvolgente. Preferiscono essere liberi da ogni vincolo. È la tentazione dell'individualismo che fa rinchiudere nel proprio piccolo orizzonte pensando che ci si può salvare da soli. Ma la solitudine è come un virus che sta corrodendo le nostre società che vedono erodere sempre più i legami che uniscono e crescere conflitti e tensioni che disgregano. Il discorso di Gesù è una contestazione radicale a una cultura individualistica. Com'è possibile accettare un legame come quello di Gesù che chiede di essere parte della sua stessa carne? Meglio abbandonarlo. E così accadde. Quei discepoli avrebbero accettato di legarsi a un Dio vicino, ma che non entrasse troppo nella loro vita. Addolorato per l'abbandono di tanti discepoli, Gesù si rivolge ai Dodici e chiede loro: "Volete andarvene anche voi?". È tra i momenti più drammatici della vita di Gesù. Non poteva rinnegare il suo Vangelo, anche a costo di rimanere solo. L'amore evangelico è esclusivo. Pietro, che forse ha visto gli occhi di Gesù appassionati ma anche fermi, si lascia toccare il cuore e, prendendo la parola, dice a nome di tutti: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna". Non dice "dove" andremo, ma "da chi" andremo. Il Signore Gesù è davvero l'unico nostro salvatore.