PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Liturgia della domenica
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Libretto DEL GIORNO
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domenica 8 agosto

XIX del tempo ordinario


Prima Lettura

Dal primo libro dei Re 19,4-8

Egli s'inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: "Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri". Si coricò e si addormentò sotto la ginestra. Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: "Àlzati, mangia!". Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d'acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò. Tornò per la seconda volta l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse: "Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino". Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb.

Salmo responsoriale

Salmo 33 (34)

Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com'è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia.

Seconda Lettura

Dalla lettera di Paolo agli Efesini 4,30-5,2

E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione. Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.


Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.

Lettura del Vangelo

Alleluia, alleluia, alleluia !

Ieri sono stato sepolto con Cristo,
oggi risorgo con te che sei risorto,
con te sono stato crocifisso,
ricordati di me, Signore, nel Tuo Regno.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Giovanni 6,41-51

Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo". E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: "Sono disceso dal cielo"?".
Gesù rispose loro: "Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: Etuttisarannoistruiti da Dio.Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo".

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Ieri sono stato sepolto con Cristo,
oggi risorgo con te che sei risorto,
con te sono stato crocifisso,
ricordati di me, Signore, nel Tuo Regno.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Omelia

Gesù, nel discorso che tiene nella sinagoga di Cafarnao, applica a se stesso il passaggio che narra l'invio della manna per nutrire il popolo di Israele nel deserto: "Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia". Per noi il problema di queste parole nasce forse dall'abitudine a sentirle, per cui rischiamo di non coglierne la forza dirompente. Come la manna fu la salvezza per il popolo d'Israele così è Gesù per gli uomini: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". Chi si lega a Gesù (chi mangia la sua carne) ha la vita eterna. Il Vangelo non dice "avrà", bensì "ha" la vita eterna, fin da ora, ossia riceve in dono la vita che non finisce (nel quarto Vangelo "vita eterna" è sinonimo di "vita divina").
La vita della Chiesa, come quella di ogni singolo credente, è sostenuta dal "pane disceso dal cielo". San Giovanni Paolo II, nell'enciclica Ecclesia de Eucharistia, afferma: "L'Eucaristia, presenza salvifica di Gesù nella comunità dei fedeli e suo nutrimento spirituale, è quanto di più prezioso la Chiesa possa avere nel suo cammino nella storia" (n. 9). Già la vicenda di Elia prefigurava questo mistero. Il profeta, perseguitato dalla regina Gezabele, dovette fuggire. Dopo una fuga spossante, si accasciò stanco e triste desiderando solo la morte. Mentre le sue forze, soprattutto quelle dello spirito, venivano meno ecco un angelo del Signore scendere dal cielo, svegliarlo dal torpore in cui era caduto e dirgli: "Alzati, mangia!". Elia vide vicino alla sua testa una focaccia e la mangiò. Ma tornò a coricarsi. Fu necessario che l'angelo tornasse da lui per svegliarlo ancora, quasi a voler significare la necessità di essere sempre svegliati dall'angelo e di continuare a nutrirsi del "pane della vita". Insomma nessuno deve sentirsi autosufficiente, e quindi tutti sono sempre bisognosi del nutrimento. "Con la forza di quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb" (1Re 19,8). Il profeta fece il cammino del popolo d'Israele percorrendo tutto il deserto fino al monte ove Mosè aveva incontrato Dio. È l'immagine del pellegrinaggio di ogni comunità cristiana, di ogni credente. Il Signore Gesù, pane vivo disceso dal cielo, si fa nostro cibo per sostenerci nel cammino verso il monte dell'incontro con Dio.