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Preghiera per la Chiesa
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Preghiera per la Chiesa

Memoria del beato Giuseppe Puglisi, prete della Chiesa di Palermo, ucciso dalla mafia nel 1993. Leggi di più

Libretto DEL GIORNO
Preghiera per la Chiesa
giovedì 21 ottobre

Memoria del beato Giuseppe Puglisi, prete della Chiesa di Palermo, ucciso dalla mafia nel 1993.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Io sono il buon pastore,
le mie pecore ascoltano la mia voce
e diventeranno
un solo gregge e un solo ovile.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Luca 12,49-53

Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera".

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate l'un l'altro.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Gesù, mentre esorta i discepoli alla vigilanza, dice loro che è venuto il momento della decisione. Con lui, infatti, sono giunti gli ultimi tempi e non si può più rinviare la scelta per il Vangelo. E, per far comprendere ai discepoli la sua preoccupazione, usa l'immagine del fuoco che lui stesso è venuto a portare sulla terra: "Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!". L'Apocalisse riprenderà questa immagine a proposito dell'angelo che alla fine dei tempi getta il fuoco sulla terra (8,5). Gesù vuole che i discepoli abbandonino ogni atteggiamento di pigrizia, di ritardo, di freddezza, di chiusura, per accogliere la sua stessa preoccupazione, la sua stessa inquietudine: egli sarà inquieto fino a che le fiamme dell'amore non divamperanno nei cuori degli uomini. Il discepolo perciò non è chiamato a una vita avara e tranquilla, tesa al benessere personale o anche della comunità. Il discepolo è chiamato da Gesù a "immergersi" nel Vangelo, ad essere come battezzato (appunto, "immerso") in esso, a divenire lui stesso "vangelo", ossia una buona notizia per la città, per il mondo. È il senso delle parole dell'apostolo Paolo quando diceva: "Non vivo più io, ma Cristo vive in me" (Gal 2,20). La sequela di Gesù chiede una separazione dalla vecchia vita, quella basata su legami mondani compresi quelli di parentela. Solo il Vangelo è il fuoco che salva, che cambia il mondo, a partire dal cuore di ciascuno. Paolo dirà: "Cristo è la nostra pace" (Ef 2,14) e lo stesso Signore ha detto: "Beati gli operatori di pace". Non c'è contraddizione in questo contesto spirituale tra la pace e la spada. La pace che porta Gesù non è come quella che dà il mondo (Gv 14,27), non è un'avara tranquillità o la sicurezza delle proprie tradizioni. Perché si possa godere della pace che viene dal Vangelo è necessaria una purificazione attraverso il fuoco, una separazione tra il male e il bene, un discernimento tra la luce che Gesù viene a portare nel mondo e le tenebre del male.