PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Ascensione
Parola di Dio ogni giorno

Ascensione

Domenica dell'Ascensione Leggi di più

Libretto DEL GIORNO
Ascensione
domenica 21 maggio

Domenica dell'Ascensione


Prima Lettura

Dal libro degli Atti 1,1-11

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'adempimento della promessa del Padre, "quella - disse - che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo".
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: "Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?". Ma egli rispose: "Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra".
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo".

Salmo responsoriale

Salmo 46 (47)

Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l'Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

Seconda Lettura

Dalla lettera di Paolo agli Efesini 1,17-23

affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l'efficacia della sua forza e del suo vigore.
Egli la manifestò in Cristo,
quando lo risuscitò dai morti
e lo fece sedere alla sua destra nei cieli,
al di sopra di ogni Principato e Potenza,
al di sopra di ogni Forza e Dominazione
e di ogni nome che viene nominato
non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro.
Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi
e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose:
essa è il corpo di lui,
la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.


Lettura del Vangelo

Alleluia, alleluia, alleluia !

Ieri sono stato sepolto con Cristo,
oggi risorgo con te che sei risorto,
con te sono stato crocifisso,
ricordati di me, Signore, nel Tuo Regno.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Matteo 28,16-20

Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: "A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Ieri sono stato sepolto con Cristo,
oggi risorgo con te che sei risorto,
con te sono stato crocifisso,
ricordati di me, Signore, nel Tuo Regno.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Omelia

Oggi contempliamo il mistero di Gesù che "ascende" al cielo. L'evangelista Luca lo narra come il culmine dell'itinerario di Gesù. Lo indica all'inizio del cammino verso Gerusalemme quando scrive: "Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme" (9,51). E l'ascensione chiude la narrazione del Vangelo. Si potrebbe dire che con l'Ascensione la Pasqua giunge al suo compimento e con essa inizia il cammino dei discepoli per le vie del mondo. Essi sono portati da Gesù fuori da Gerusalemme, verso Betania. Mentre sono con lui, forse consapevoli della solennità del momento, chiedono al loro maestro: "È questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?". Era una domanda importante; un po' come chiedere: "Possiamo finalmente non preoccuparci più, non attendere più? Sono state vinte una volta per tutte le forze del male? Si instaura finalmente il regno del Messia?". Ma Gesù non risponde a questa domanda dei suoi e chiarisce: "Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere". Noi del resto - come quei discepoli di allora - tante volte capiamo davvero poco della vita, e facilmente la riduciamo a quello che capiamo personalmente, a quel che proviamo per noi. La vita, invece, sembra suggerire Gesù, è ben più grande e complessa, e comunque non spetta a noi conoscerne i tempi e i momenti! Ma il Signore non lascia i discepoli nella incertezza di un mondo complesso e talora anche avverso. E promette loro la forza vera, quella dello Spirito Santo: "Riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi".
L'ascesa di Gesù al cielo non vuol dire perciò che Gesù si sia semplicemente allontanato dai discepoli, quanto piuttosto che ha raggiunto il Padre e si è assiso accanto a lui nella gloria. Ascendere significa entrare in un rapporto definitivo con Dio. L'alto di cui parla la Scrittura vuol suggerire che, come il cielo ci copre e ci avvolge, così il Signore, ascendendo al cielo, ci copre e ci avvolge tutti. E i discepoli lo intuiscono, per questo sono pieni di gioia. Gli apostoli avevano compreso che Gesù sarebbe restato per sempre con loro, ovunque sarebbero andati, come del resto disse loro, secondo le ultime parole di Gesù riportate da Matteo: "Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (28,20).
Quella gioia dei discepoli è ora la nostra gioia.
Il cielo, perciò, non è la dimensione del nostro io o delle nostre convinzioni, ma Gesù stesso. "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo" ammoniscono i due uomini in bianche vesti. È l'invito a tenere fissi gli occhi del cuore su Gesù, con quel corpo assieme ferito e glorioso. Non è un fantasma, non appare con un corpo nuovo e perfetto ma con quel suo stesso corpo segnato dalla storia, dalla violenza e dalle ferite ricevute. La concretezza di Gesù risorto e ancora ferito stabilisce un legame stretto tra la vita della terra e quella del cielo, come l'apostolo Paolo sembra suggerire nella Lettera ai Colossesi: "È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli" (Col 1,19-20). L'Ascensione è il futuro che Dio inizia con il suo Figlio, il Primogenito. Stare con Gesù vuol dire già ascendere con lui là dove egli ha preparato un posto anche per noi.