PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Vigilia del giorno del Signore
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Vigilia del giorno del Signore
sabato 15 giugno


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Chiunque vive crede in me
non morrà in eterno.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dalla lettera agli Ebrei 10,1-10

Avendo infatti la legge solo un'ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non ha il potere di condurre alla perfezione, per mezzo di quei sacrifici che si offrono continuamente di anno in anno, coloro che si accostano a Dio. Altrimenti non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che i fedeli, purificati una volta per tutte, non avrebbero ormai più alcuna coscienza dei peccati? Invece per mezzo di quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati, poiché è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:

Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: Ecco, io vengo
- poiché di me sta scritto nel rotolo del libro -
per fare, o Dio, la tua volontà.

Dopo aver detto prima non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose tutte che vengono offerte secondo la legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Con ciò stesso egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo. Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Se tu credi, vedrai la gloria di Dio,
dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Per sottolineare l’unicità del sacrificio di Cristo l’autore mette in luce l’insufficienza dei sacrifici antichi i quali non riuscivano a eliminare i peccati: “È impossibile eliminare i peccati con il sangue dei tori e dei capri”. La salvezza, in effetti, non è legata alla moltiplicazione dei gesti e delle parole, ma al cuore, all’amore con cui ci si rivolge al Signore. Anche Gesù disse una cosa analoga a proposito della preghiera: “Pregando poi non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole” (Mt 6,7). L’autore della Lettera ci riporta alla centralità del mistero cristiano: non c’è bisogno di moltiplicare le nostre offerte perché solo il sacrificio di Cristo salva. L’amore che lo ha portato a dare la sua stessa vita sino alla morte in croce è la ragione della nostra salvezza. Già il salmista lo suggeriva predicendo l’incarnazione stessa di Gesù: “Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato” (Sal 40,5). Questa citazione richiama il “corpo” eucaristico di Gesù. Anche l’apostolo Paolo presenta la cena del Signore come l’annuncio della “morte del Signore” (1 Cor 11,26) e della sua forza salvifica. I sacrifici antichi non salvavano dai peccati perché non trasformavano il cuore dell’uomo, mentre la partecipazione al “corpo” di Cristo nell’Eucarestia trasforma il credente nel corpo stesso di Gesù che, risorto, è assiso alla destra di Dio. Egli, dal trono della sua gloria del cielo, attende che “i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi” (Sal 110,1). Con la resurrezione ha ormai sconfitto per sempre il principe del male e la stessa morte e attende la manifestazione piena della vittoria. E la comunità cristiana, ogni volta che si raduna per l’Eucaristia, celebra questa vittoria. Sappiamo, tuttavia, che ancora attendiamo la “perfezione” a cui siamo stati chiamati, ma la strada è ormai chiara e definitiva: la comunione con Cristo. I cristiani sono invitati a percorrerla con decisione quotidiana, ossia con la vigilanza e con la preghiera, stando attenti a non cadere.

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