PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Vigilia del giorno del Signore
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Vigilia del giorno del Signore
sabato 19 ottobre


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Chiunque vive crede in me
non morrà in eterno.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal primo libro dei Maccabei 4,26-35

Quanti degli stranieri erano scampati, presentandosi a Lisia, gli narrarono tutto quello che era accaduto. Egli sentendo ciò, fu preso da turbamento e scoraggiamento, perché le cose in Israele non erano andate come egli voleva e l'esito non era stato secondo gli ordini del re.

Perciò l'anno dopo mise insieme sessantamila uomini scelti e cinquemila cavalli per combattere contro di loro. Vennero nell'Idumea e si accamparono in Bet-Zur. Giuda mosse contro di essi con diecimila uomini. Quando vide l'imponente accampamento, innalzò questa preghiera: "Benedetto sei tu, o salvatore d'Israele, tu che hai fiaccato l'impeto del potente per mezzo del tuo servo Davide e hai fatto cadere l'esercito degli stranieri nelle mani di Giònata, figlio di Saul e del suo scudiero; fà cadere ancora nello stesso modo questo esercito nelle mani di Israele tuo popolo e fà ricadere l'obbrobrio sul loro esercito e sulla loro cavalleria; infondi in loro timore e spezza l'audacia della loro forza, siano travolti nella loro rovina. Abbattili con la spada dei tuoi devoti; ti lodino con canti tutti coloro che riconoscono il tuo nome". Poi sferrarono l'attacco da una parte e dall'altra e caddero davanti ai Giudei circa cinquemila uomini del campo di Lisia. Vedendo Lisia lo scompiglio delle sue file, mentre alle schiere di Giuda cresceva il coraggio ed erano pronti a vivere o a morire gloriosamente, se ne tornò in Antiochia dove assoldò mercenari in maggior numero per venire di nuovo in Giudea.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Se tu credi, vedrai la gloria di Dio,
dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

La sconfitta dell’esercito siriano fu molto amara per Lisia, reggente di Antiochia, che vedeva fallire una dopo l’altra le spedizioni contro Giuda. Decise, quindi, di prendere lui stesso, in prima persona, il comando pensando di poter finalmente sconfiggere e assoggettare Giuda e il suo popolo. E con un esercito, ancor più numeroso e addestrato del precedente, si accampò presso Bethsura, una cittadina ai confini tra l’Idumea e la Giudea, a circa 23 chilometri da Gerusalemme, pronto per sferrare l’attacco. Giuda, quando vide un tale imponente esercito, senza porre esitazione e senza attardarsi a organizzare il suo, ancora una volta si rivolse a Dio con la preghiera. Ricordò al Signore quanto aveva fatto nel passato con il suo popolo, chiamandolo “salvatore d’Israele”: “Benedetto sei tu, o salvatore d’Israele, che hai fiaccato l’impeto del potente per mezzo del tuo servo Davide e hai fatto cadere l’esercito dei Filistei nelle mani di Giònata, figlio di Saul, e del suo scudiero” (v. 30). Dopo queste due memorie di salvezza, Giuda chiede al Signore di intervenire nuovamente ora con la stessa forza: “Nello stesso modo fa’ cadere questo esercito nelle mani d’Israele, tuo popolo, e così siano svergognati nel loro esercito e nella loro cavalleria. Infondi in loro timore e spezza l’audacia della loro forza, siano travolti nella loro rovina. Abbattili con la spada dei tuoi devoti; ti lodino con canti tutti coloro che riconoscono il tuo nome” (vv. 31-33). Se da una parte vi è la sconfitta dei nemici, dall’altra c’è la lode di tutti coloro che riconoscono la forza del Signore e a lui si affidano. Ed in effetti avvenne proprio come Giuda aveva chiesto al Signore. Certo, siamo all’interno della logica veterotestamentaria delle battaglie sia per la conquista della terra che per la difesa del popolo dalla distruzione. È però già chiaro che la salvezza per il popolo di Dio non viene dalle proprie forze naturali, ma solo da Dio. È una lezione che nel Nuovo Testamento sarà ancor più chiara ed evidente.