PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Vigilia del giorno del Signore
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Vigilia del giorno del Signore
sabato 27 settembre


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Chiunque vive crede in me
non morrà in eterno.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Luca 9,44-45

"Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini". Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Se tu credi, vedrai la gloria di Dio,
dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il brano evangelico presenta il secondo annuncio della passione, morte e resurrezione. Gesù è come costretto a ripeterlo. Del resto il momento della morte e resurrezione rappresenta la sua “ora”: quella della gloria che passa attraverso la croce. Ma era davvero difficile per i discepoli comprendere tale discorso. Essi, come tutti gli ebrei di quel tempo, non erano capaci di accettare la figura di un Messia come servo e ancor più sconfitto. Attendevano un Messia vincitore alla maniera del mondo, ossia vincitore dei nemici e liberatore di Israele dalla schiavitù dei nemici. Tale concezione trovò conforto nella guarigione di un fanciullo liberato da uno spirito demoniaco che lo possedeva. Lo stupore suscitato da questa guarigione spinse Gesù a radunare i discepoli e a chiarire ancora una volta quale fosse il suo cammino. E di nuovo insiste: “Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini”. L’insistenza nel dire: “Mettetevi bene in mente…”, sembra voler forzare la durezza della mente dei discepoli nel comprendere la sua vera identità. Li avverte con forza di non lasciarsi ingannare dall’ammirazione che tutti hanno per lui, perché lo attende una morte umiliante e dolorosa. Essere “consegnato nelle mani degli uomini”, nel linguaggio biblico, significa la sorte dolorosa e crudele di una persona abbandonata da Dio e lasciata appunto nel potere degli uomini e del loro arbitrio. In effetti, avverrà proprio così. Ma nonostante tale chiarezza – sottolinea l’evangelista – i discepoli non comprendono. È una notazione che possiamo applicare anche a noi che tante volte siamo distanti, appunto come lo erano i discepoli di allora, dai pensieri di Gesù, dalle sue preoccupazioni e soprattutto dal senso che aveva di se stesso e della sua stessa missione. E questo accade non per partito preso ma per quel senso di orgogliosa autosufficienza che non ci fa aprire la mente e il cuore al mistero di Gesù. Il problema per Gesù è davvero serio. Non è che i discepoli non comprendano le sue parole, ma rischiano di non capire la sostanza stessa della sua missione: ossia che la salvezza viene attraverso la sua morte. Del resto, come si può accettare un Messia sconfitto? Questo è scandalo per i giudei e follia per i pagani, dirà l’apostolo Paolo. Ed anche per noi, oggi, tale via continua ad essere insensata. Eppure – Gesù lo ribadisce anche a noi – è dalla croce che nasce la salvezza, è da un amore che non conosce limiti che viene il riscatto degli uomini dalla schiavitù del peccato. Non è nella forza e nel potere umano che si realizza la salvezza, ma solo nella via dell’amore per tutti, un amore che giunge sino a dare la propria vita per gli stessi nemici. L’evangelista nota che i discepoli continuano a non capire le parole di Gesù: “restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso”. E restarono in silenzio, senza chiedere ulteriori spiegazioni. È un atteggiamento di durezza e di sfiducia. Non accettano la loro ignoranza e preferiscono restare nel buio. Gesù tuttavia non li abbandona. Continua ad ammaestrarli, nella speranza che man mano comprendano il Vangelo. È così anche per noi, oggi. È necessario però continuare a lasciarsi guidare e ammaestrare.