Lettura della Parola di Dio
Alleluia, alleluia, alleluia !
Chiunque vive crede in me
non morrà in eterno.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Salmo 89 (88), 2-5.27.29
2 Canterò in eterno l'amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
3 perché ho detto: "È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà".
4 "Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
5 Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono".
27 Egli mi invocherà: "Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza".
29 Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Se tu credi, vedrai la gloria di Dio,
dice il Signore.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Mentre ci accingiamo ad accogliere il mistero del Natale, la liturgia ci fa pregare con il Salmo 89 che si apre con un canto alla lealtà e alla fedeltà di Dio: «Farò conoscere con la bocca la tua fedeltà nei secoli, perché hai detto: la mia grazia rimane per sempre; la tua fedeltà è fondata nei cieli» (vv. 2-3). Molte cose possono accadere all'uomo nella sua vita, mai però avverrà che Dio lo abbandoni, come Egli stesso dice nel Salmo: «Ho stretto un'alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide mio servo. Stabilirò per sempre la tua discendenza» (vv. 4-5). Il fondamento dell'alleanza storica con Davide è visto all'interno dell'alleanza cosmica, ossia della signoria di Dio sull'intera creazione che il Signore custodisce e governa. Il mistero del Natale va contemplato in questo orizzonte cosmico. Come il salmista, anche noi, guardando l'immensità del cielo e la bellezza della creazione, veniamo toccati dallo stupore: «Chi è come te?» (v. 9). Il Signore è incomparabile (vv. 7-8), è il padrone del mondo (vv. 10-13), è il vincitore (vv. 14-15). La sua potenza è tutta spesa per amare, non per dominare; per far vivere, non per distruggere: «Sei potente, Signore, e la tua fedeltà ti fa corona... Giustizia e diritto sono la base del tuo trono, grazia e fedeltà precedono il tuo volto» (vv. 9.15). La potenza di Dio è amore e giustizia, tenerezza e fedeltà. La sua forza è per salvare, non per allontanare. È vero però che il popolo d'Israele continua a tradire. Il salmista, nel linguaggio umano dei suoi ragionamenti, sottolinea che Dio non può far finta che il tradimento non sia un male. Sono le parole di minaccia: «Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge e non seguiranno i miei decreti, se violeranno i miei statuti e non osserveranno i miei comandi, punirò con la verga il loro peccato e con flagelli la loro colpa» (vv. 31-33). Sono parole che vogliono suscitare un salutare timore. Il rapporto con il Signore è una cosa seria, sempre. Anche per noi oggi. Ma contemplando il mistero del Natale comprendiamo meglio altre parole del salmista: «Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge... punirò con la verga il loro peccato... Ma alla mia fedeltà non verrò mai meno... Non muterò la mia promessa» (vv. 31-35). La fedeltà del Signore è più forte del peccato dei figli. La sua bontà più grande del loro tradimento. Ed è tale incrollabile fedeltà a fondare la speranza dei credenti. Il salmista oggi ci ricorda la fedeltà dell'amore di Dio. Egli protegge sempre i suoi figli, fino a inviare il suo Messia, il «consacrato» (v. 52). È il Vangelo del Natale.